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TAP riceve autorizzazione a espianto e movimentazione, in quanto ulivi non positivi a xylella. Ma 29 aziende agricole di Melendugno hanno dichiarato danni da disseccamento.
Si tinge di giallo la questione degli ulivi da espiantare per favorire i lavori preparatori alla realizzazione del microtunnel e alla posa del gasdotto TAP.
Come già descritto in un precedente articolo, entro la fine di gennaio TAP dovrebbe avviare le operazioni di espianto degli ulivi dell’area più prossima alla costa di San Foca, per permettere la realizzazione del microtunnel del gasdotto. Durante questi lavori gli alberi di ulivo dovrebbero essere stoccati, quindi movimentati, per poi essere ripiantati – una volta ultimati i lavori – nella loro sede originaria.
Sebbene il Piano Silletti sia stato bloccato, tutta la normativa sulla xylella, regionale, nazionale e comunitaria, è rimasta comunque in vigore. E con essa ovviamente vige il divieto di movimentazione di piante potenzialmente ospiti del batterio, così come il divieto di reimpianto degli ulivi.
Se a gennaio toccherà a 231 alberi, in totale sono oltre 1000 le piante che dovranno “spostarsi” temporaneamente per permettere la messa in posa del gasdotto, lungo un percorso di 8 chilometri.
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Ciò premesso, come potrebbe TAP espiantare, spostare e ripiantare centinaia di ulivi, nonostante la vigenza di quei divieti?
TAP ha ottenuto l’autorizzazione ad effettuare queste operazioni, con precise prescrizioni. Ma uno dei presupposti di quest’autorizzazione è la non positività alla xylella degli alberi da movimentare.
E qui sorge una questione poco chiara. Infatti, nello scorso settembre, 29 aziende agricole proprietarie di uliveti in agro di Melendugno hanno presentato all’Ufficio tecnico dello stesso Comune, le domande per l’accesso al fondo di solidarietà nazionale lamentando di aver subito danni da CoDiRO o da xylella. Queste domande sono state poi inoltrate alla Regione.
Ricordiamo che a questi fondi possono accedere solo le aziende che abbiano subito danni di entità non inferiore al 30% del valore della “produzione lorda vendibile”. Quindi si parla di diverse centinaia di alberi di ulivo interessati da disseccamento.
Alcuni di questi alberi sospettati di essere infetti rientrerebbero proprio nell’area interessata al passaggio del gasdotto.
Se così fosse le ipotesi sarebbero 3:
- gli alberi di queste aziende, almeno quelli interessati dall’attraversamento del gasdotto, sono sanissimi; quindi andrebbe verificato il motivo per cui le aziende abbiano dichiarato di aver subito danni da disseccamento;
- gli alberi sono malati, ma TAP è stata comunque autorizzata ad espiantare, movimentare e ripiantare ulivi infetti; bisognerebbe capire cosa non ha funzionato;
- gli ulivi infetti sono tutti fuori dall’area interessata al passaggio del gasdotto, quindi non soggetti a espianto e reimpianto.
In seguito all’intervento della magistratura leccese gli scenari sono cambiati e per certi aspetti completamente rovesciati. Se non ci fosse stato l’intervento dei magistrati, gli ulivi individuati come infetti sarebbero stati estirpati e TAP non avrebbe avuto l’onere di ripiantare gli ulivi malati insistenti nel percorso onshore.
Ora invece le estirpazioni sono tutte bloccate, pertanto, paradossalmente, un ulivo malato rischierebbe di bloccare i lavori, in quanto non potrebbe essere né abbattuto né spostato.
Nell’ipotesi in cui nessuno degli alberi infetti rientri tra gli oltre 1000 da espiantare e ripiantare, sarebbe comunque opportuno individuare gli alberi sani e quelli malati, onde evitare rischi di diffusione del patogeno.
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