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Lo scienziato avrebbe smentito le affermazioni attribuitele dalla europarlamentare in merito all’estirpazione come misura contro la xylella. Lei insiste e anticipa pubblicazione traduzione.
Cos’ha detto esattamente Alexander Purcell all’Efsa in merito all’efficacia o meno della misura dell’estirpazione come misura di contenimento del batterio della xylella fastidiosa?
Secondo quanto dichiarato dall’europarlamentare del Movimento 5 Stelle, Rosa D’Amato, lo scienziato, uno dei massimi esperti di xylella fastidiosa, avrebbe affermato che gli abbattimenti non servirebbero a nulla, mentre occorrerebbe lavorare sul contenimento del batterio e sul rafforzamento delle piante.
Ma Purcell avrebbe successivamente smentito: “Non ho mai sostenuto di essere contrario alla rimozione degli alberi, al contrario l’ho appoggiata fortemente e ho anche indicato che essa da sola non avrebbe funzionato, bisogna applicare anche il controllo del vettore in una qualche fase”, ha dichiarato in un’intervista pubblicata su Italia Unita per la Scienza.
Ha quindi precisato:
“Per le aree fortemente contagiate, l’eradicazione di un batterio che ha un elevato tasso di diffusione e che infetta molte specie di piante, la rimozione delle piante, anche in combinazione con il controllo del vettore, è improbabile che salvi le poche ancora senza sintomi. Per le aree in cui Xylella fastidiosa ha al momento infettato un numero limitato di alberi, ci può essere la possibilità di fermare o rallentare la diffusione del batterio e della malattia da esso provocata, ma il contenimento funzionerà solo se si agirà scrupolosamente e rapidamente. Maggiore sarà il ritardo, minori le probabilità che il sistema abbia successo”.
Circa il comportamento della xylella sugli ulivi del Salento, Purcell ha riscontrato delle similitudini con la malattia degli agrumi in (CVC) Brasile, mentre non ne avrebbe rispetto alla malattia di Pierce, che colpisce la vite in California.
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Lo scienziato ha anche difeso l’operato degli scienziati di Bari, condividendone il “campionamento e i metodi sperimentali” utilizzati di cui è a conoscenza.
Ma secondo Purcell, l’abbattimento degli alberi è efficace? “Non lo sapremo mai a meno di non testarla su larga scala”, risponde lo scienziato.
L’europarlamentare Rosa D’Amato, nonostante le nuove dichiarazioni rese dallo scienziato statunitense, passa al contrattacco e difende le proprie affermazioni.
“In questi giorni, diversi giornalisti, opinionisti o sedicenti tali continuano ad accusarmi – si legge in un post sulla sua pagina facebook – di aver riportato in un mio comunicato ‘frasi false” di Alexander Purcell, ricercatore dell’Università di Berkley che dal 1978 conduce ricerche sulla Xylella. Ho già scritto una lettera aperta (http://damatorosa.eu/xylella-no-macchina-del-fango-si-agisca-subito-misure-alternative-sostenibili/) per spiegare come stanno le cose. Ma forse non è bastato”.
“Ora, vorrei fare chiarezza una volta per tutte, ribadendo – prova a spiegare – che non ho alcun interesse a stravolgere il pensiero di Purcell. Con lui ho parlato lungamente nel corso di un convegno a Bruxelles al quale siamo stati invitati (un convegno dell’Efsa, ossia dell’autorità Ue per la sicurezza alimentare, non un covo di complottisti).
In quell’occasione – il video è disponibile in fondo all’articolo – Purcell disse alcune cose. Cose non nuove, dato che in un articolo – aggiunge – scritto dallo stesso ricercatore sul Foglio lo scorso giugno si legge: “Ancorché non sia possibile prevedere dove e come la Xylella si diffonderà, è però un fatto che quando il batterio penetra in un territorio e vi si insedia, la sua eradicazione non è più possibile. La prevenzione è quindi l’unico efficace mezzo per affrontare questo patogeno”.
“Sempre in questo articolo – prosegue – Purcell scrive: “la tempestiva eliminazione delle viti colpite dalla malattia di Pierce non ha sortito effetti degni di nota in California”.
Perché vi cito questa frase? Il motivo è che, come sapete, l’Ue ha imposto il blocco all’esportazione delle viti pugliesi facendo un parallelo tra quanto sta accadendo in Puglia e quanto accaduto in California, ossia che la Xylella, insieme agli ulivi, potrebbe colpire anche le viti.
Ora, perché questo parallelo ha funzionato per mettere in ginocchio i produttori pugliesi di viti e non dovrebbe funzionare per porre un freno agli abbattimenti che, come scrive Purcell, non hanno “sortito effetti degni di nota”?
E perché, data l’assenza di prove scientifiche certe, si è voluto insistere “solo ed esclusivamente” su un protocollo (abbattimenti+pesticidi) senza tentare alcuna strada alternativa, anche solo in via sperimentale?
Sono queste le domande che pongo a chi continua a prendersela con me, che sono il dito, anziché guardare a ciò che indico. Che se non è la luna, almeno è un fatto”. L’europarlamentare ha anche affermato che presto pubblicherà la traduzione delle dichiarazioni di Purcell.
La contraddizione tra quanto affermato da Rosa D’Amato e le dichiarazioni di Alexander Purcell, hanno dato modo a detrattori e paladini dell’”anticomplottismo”, spesso improvvisatisi esperti e difensori della scienza, di attaccare, oltre che la D’Amato, l’inchiesta della magistratura di Lecce, che ha sortito l’effetto di bloccare i Piani Silletti, in virtù del fatto che nel decreto di sequestro della Procura (poi convalidato con l’ordinanza del Gip) viene menzionata l’affermazione di Purcell, attribuitagli dalla D’Amato (poi smentita dallo stesso scienziato).
Tuttavia l’errore in cui si cade è credere che i provvedimenti dei magistrati si reggono non sulle vere o false affermazioni di Purcell, ma sulla consulenza degli esperti incaricati dalla Procura e su tutta la produzione scientifica fatta finora sul disseccamento rapido dell’ulivo e sulla xylella, nel Salento e nel mondo.
Ma cosa dice la scienza in merito al CoDiRO? E’ stata fatta sufficiente ricerca? C’è la prova di paotgenicità tra il batterio e il CoDiRO? C’è la prova che le estirpazioni possano contenere il batterio? Sono le stesse persone indagate dalla Procura, Boscia, Silletti, Schito, a dire che non c’è nessuna prova e che la ricerca sul batterio condotta a Bari è solo ai primordi. E i dati confermano questo quadro. Su circa 13 milioni di finanziamenti per combattere il CoDiRO, solo 170 mila euro sono stati impiegati per fare ricerca.
Non c’è nessuna congiura contro la scienza. Piuttosto – meglio tardi che mai – è ora di iniziare a mettere in campo un vero approccio scientifico per affrontare il problema del CoDiRO, aperto e dialogante, non chiuso in tre soli istituti. Sempre che l’obiettivo sia quello di salvare gli ulivi.
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