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Lo chiamavano Dino il clochard che ha perso la vita alla stazione di Lecce. Da accertare le cause della morte.
Si chiamava Teodoro, ma chi lo conosceva lo chiamava Dino. Era di nazionalità belga, anche se viveva ormai da anni a Lecce. La stazione ferroviaria era diventata la sua dimora abituale, dimora condivisa con altri clochard.
Come loro era un invisibile, talvolta un fastidio agli occhi, per viaggiatori e istituzioni; problemi di ordine pubblico, degrado.
Molte persone però erano solite aiutare lui e gli altri senzatetto, portargli qualcosa e un po’ di conforto, per rendere meno dura la loro condizione. Ieri Dino ha terminato il suo viaggio, all’età di 49 anni.
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Secondo quanto raccontato da testimoni e da alcune persone che erano solite portare cibo e bevande calde, non si avevano sue notizie da diversi giorni. Si è fatto rivedere nella stazione di Lecce mercoledì sera. Sembrava fosse seminudo e non appariva in buone condizioni di salute, tanto da essersi reso necessario l’intervento del 118.
Dopo le prime cure si sarebbe ripreso, ma ieri le sue condizioni sono precipitate. E’ stato di nuovo chiamato l’intervento dei sanitari, ma non c’è stato nulla da fare. Difficile stabilire al momento quali siano state le cause del decesso, che rimangono in corso di accertamento.
Chi lo conosceva è sgomento, lo descrive come una persona buona. Il fenomeno dei senzatetto a Lecce ha assunto proporzioni inaccettabili nel corso degli e sembra che le istituzioni siano completamente indifferenti. E di certo questo non rende onore ad una città candidata a Capitale europea della cultura.