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Ci sono 8 indagati a vario titolo per la morte di Mario Orlando, stritolato nell’impastatrice dello stabilimento Scarlino nell’agosto del 2013.
Era il 30 agosto del 2013 quando Mario Orlando, 53enne operaio del salumificio Scarlino di Taurisano, mentre era intento a lavare l’impastatrice, finì stritolato dal macchinario. Per lui purtroppo non ci fu nulla da fare. Sul posto giunsero gli agenti del Commissariato di Polizia di Taurisano e gli uomini dello Spesal (Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro), che si misero subito a lavoro per raccogliere elementi utili alla ricostruzione dei fatti. Le indagini furono affidate ai Pubblici Ministeri Carmeno Ruggiero e Paola Guglielmi.
La ricostruzione che lì a breve gli inquirenti faranno è inquietante. Attilio Scarlino, amministratore unico, avrebbe ordinato la rimozione di un sistema di sicurezza al fine di velocizzare la produzione, mentre un operaio potrebbe avere inavvertitamente azionato l’impastatrice mentre la vittima era all’interno della stessa. Scarlino ha sempre negato di aver dato l’ordine di rimuovere i meccanismi di sicurezza.
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Il Procuratore capo Cataldo Motta dichiarò: “si tratta di un caso di particolare gravità, poiché non ci troviamo di fronte a un fatto accidentale. Le misure di sicurezza sono state rimosse per velocizzare le operazioni di pulizia degli impianti e la produzione”.
Le indagini, dopo oltre 2 anni mezzo, sono giunte alla conclusione. Sono indagati Attilio Scarlino, amministratore unico della società; Antonio Scarlino responsabile della sicurezza; Luigi De Paola, capo del reparto di produzione, Daniele Carangelo di Taurisano; Roberto Vocino e Fred Sprenger, tecnici della Inotech (azienda produttrice dell’impastatrice); Antonio Scarlino e Massimo Rizzello, operai incaricati della manutenzione.
Le ipotesi di reato sono: morte per omissione dell’installazione dei sistemi di sicurezza, mancata formazione del personale addetto al lavaggio dell’impastatrice, manomissione dei sistemi di sicurezza e favoreggiamento.