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Ragazzo disabile in una scuola di Casarano è stato vittima di una serie di atti di bullismo. L’ultimo epiosodio è stato filmato e condiviso su whatsapp. Denunciati. Forse un professore sapeva e non ha segnalato.
La scuola dovrebbe essere un luogo di istruzione, ma soprattutto di formazione, dove si impara a convivere con gli altri, a rispettare il “diverso”. Invece sono troppi gli episodi, che avvengono nelle mura di quella palestra di vita chiamata scuola, definiti genericamente “atti di bullismo”, in cui ad essere preso di mira proprio il “diverso”, con insulti, umiliazioni, violenze fisiche e psichiche. E tutto questo avviene talvolta nell’indifferenza di chi dovrebbe guidare la formazione dei ragazzi, ma anche dei compagni “buoni”, che sanno quello che accade, ma non intervengono e non denunciano i bulli e magari si divertono ad assistere alle angherie.
Quando i fatti vengono alla luce, ciò che si sente spesso rispondere è “ci stavamo solo divertendo”. Peccato che le vittime non siano partecipi di questo divertimento.
La diversità presa di mira dal bullismo può assumere varie forme: l’omosessualità, la bassa estrazione sociale, la provenienza etnica, il colore della pelle, un difetto fisico, la disabilità e qualunque caratteristica riferibile ad una persona.
L’ultimo epiosodio sarebbe avvenuto in una scuola di Casarano. O meglio, più che un episodio si tratterebbe di una serie di episodi, che hanno avuto come protagonisti la stessa vittima e gli stessi bulli. L’ultimo della serie ha portato la vittima a denunciare tutto.
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Si tratta di un ragazzo di 14 anni, con disabilità motorie, che stanco disubire delle continue vessazioni ha deciso di rompere il silenzio e raccontare ai suoi genitori quello che era costretto a subire. Di qui la decisione di denunciare il fatto alle autorità e cambiare scuola.
Nell’ultimo episodio il ragazzo, durante la ricreazione, sarebbe stato legato con nastro adesivo da alcuni suoi compagni a una sedia, per poi essere fatto cadere per terra, mentre qualcun altro riprendeva tutta la scena con lo smartphone. Il video sarebbe stato poi condiviso su whatsapp e inviato ad un numero imprecisato di persone.
I bulli sarebbero di età compresa tra i 14 e i 15 anni, residenti nei Comuni di Melissano, Ugento e Ruffano.
La Procura dei minori di Lecce ha aprerto un fasciolo sulla vicenda e indaga insieme agli agenti del Commissariato di Taurisano. Sotto l’attenzione degli inquirenti è finito anche il comportamento del personale scolastico, per verificare se si siano resi responsabili di condotte omissive.
Sono stati ascoltati diversi studenti e, secondo le prime indiscrezione, sarebbe emerso che almeno uno dei docenti fosse a conoscenza dei fatti, ma avrebbe omesso di segnlare a chi di dovere.
Gli atti denunciati rappresentano solo la punta dell’iceberg dei tanti episodi di bullismo che avvengono quotidianamente e che a volte raggiungono livelli inaccettabili. Di recente ricordiamo due episodi gravissimi di bullismo, come quello avvenuto a Campi Salentina, dove alcuni ragazzi hanno incatenato un ragazzino disabile e gli hanno urinato addoso, mentre a Galatone, circa due settimane fa, un 12enne è stato immobilizzato sui binari della ferrovia da alcuni giovani più grandi, mentre un altro gli scaricava addosso una quarantina di proiettili di gomma.
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Il mondo è un posto pericoloso, non a causa di quelli che compiono azioni malvage, ma per quelli che osservano senza dire nulla. Albert Einstein