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Secondo Lilt, il gasdotto TAP avrebbe “importanti ricadute in senso negativo sull’ambiente e quindi sulla salute della popolazione”. “Obbligo morale delle istituzioni a massima sorveglianza per non aggravare una situazione ormai insostenibile”.
Nel Salento, in alcune aree della provincia di Lecce in particolare, in dati relativi ai tumori ha raggiunto numeri emergenziali. Ormai è risaputo da anni e i dati continuano a confermarlo. Una persona su 4 rischia di ammalarsi di cancro in un’età media di 66 anni.
Ciononostante, e malgrado il Direttore dell’Arpa Giorgio Assennato abbia dichiarato formalmente che la stituazione ambientale nel Salento hanno raggiunto un livello tale da non potersi più permettere ulteriori pressioni ambientali, si continuano a proporre e autorizzare opere che comportano immissioni in atmosfera, quando sarebbe necessario ridurre drasticamente.
Come se non bastasse proprio di ieri è stata ufficializzata la notizia circa l’intenzione di costruire, oltre a TAP, un secondo gasdotto, a Otranto. L’Igi-Poseidon, che già disporrebbe delle autorizzazioni necessarie per avviare la fase esecutiva.
La Lilt Lecce, alla luce dei preoccupanti dati oncologici, ha deciso di presentare un esposto alla Procura di Lecce affinché valuti se vi siano fatti a rilevanza penale nel progetto TAP, sotto il profilo della tutela dei beni della salute e dell’ambiente. In tantissime occasioni, il dottor Giuseppe Serravezza, responsabile scientifico di Lilt Lecce, si è scagliato contro quest’opera. Le ragioni della sua contrarietà furono spiegate a in un’intervista che l’oncologo rilasciò a TagPress.it.
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E lo ribadì con grande enfasi poco tempo dopo, in occasione di una manifestazione contro TAP, dal palco allestito per l’occasione in piazza a Melendugno, con un appassionato intervento che commosse i presenti.
Quelle ragioni, insieme ai dati inseriti nel report della Rete per la prevenzione onclogica leccese, sono state messe nero su bianco in esposto.
I dati sono agghiaccianti e riferiscono di un’incidenza di alcune patologie tumorali nella provincia di Lecce che supera la media regionale e nazionale.
Serravezza ha sempre ribadito che non ci si ammala di tumore per casualità o “castigo divino” e se c’è in atto un’emergenza tumori è dovuto a delle cause specifiche, che vanno individuate e rimosse, molte delle quali si conoscono già.
Nell’esposto si legge che “è scientificamente ormai acquisito che il 90 per cento dei casi di cancro è dovuto alla presenza nell’ambiente, inteso in senso lato, di fattori di rischio oncologico. E, pertanto, se nel Salento il cancro avanza e miete sempre più vittime, coinvolgendo anche fasce di età prima non toccate dalla malattia, ciò è un chiaro indizio di un ingravescente stato di sofferenza ambientale. Ciò obbliga moralmente tutte le Istituzioni alla massima sorveglianza sulle scelte di sviluppo economico e sugli effetti impattanti di ulteriori insediamenti industriali, che finirebbero per aggravare una situazione ormai insostenibile”.
Per quanto concerne specificamente i fattori di rischio legati al gasdotto TAP, si legge:
“In questo quadro si colloca l’esposto presentato. Si ritiene infatti che il progetto abbia importanti ricadute in senso negativo sull’ambiente e quindi sulla salute della popolazione. Si considerino in particolare le emissioni onshore e offshore, cioè le emissioni Prt ordinarie (terminale di ricezione, in agro di Melendugno), le emissioni di emergenza non routinarie (scarico di emergenza, rottura della condotta), i fumi esausti (delle macchine e delle navi), l’impianto non rimosso che rimarranno alla scadenza d’uso”.
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