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Accanto al gasdotto TAP, a San Foca, potrebbe essere presto realizzato il gasdotto Igi Poseidon a Otrano. I consumi di gas crollano, i gasdotti aumentano.
In spregio a qualsiasi dato circa la gravissima situazione sanitaria e ambientale, alle caretteristiche territoriali e alla vocazione turistica, il Salento continua ad essere considerata terra di approdo dei nuovi “saraceni”, grazie anche a governi che proprio non riesce a dire di no ai grandi gruppi industriali, soprattutto quelli dell’industria energetica.
Ritorna d’attualità il progetto di gasdotto Igi-Poseidon, il cui approdo è previsto a Otranto. Dopo che sembrava ormai definitivamente abbandonato per un raffreddamento di interesse, è stato annunciato ufficialmente, nelle ultime ore, un accordo tra Edison, Gazprom e Depa, siglato al termine di un incontro tra Federica Guidi, Ministro dello Sviluppo economico e imprenditrice del settore energetico, e Alexey Miller, viceministro dell’energia russo, ma anche presidente della compagnia energetica Gazprom (che è parte dell’accordo). Alla cerimonia era presente anche George Tsipras, segretario generale del Ministero per gli Affari Esteri della Grecia.
Il progetto prevede la costruzione di un gasdotto tranasdriatico, per il trasporto del gas dalla Russia, passando per la Turchia e la Grecia attraverso il Mar Nero, fino a giungere in Italia, approdando a Otranto. La società proponente è la Poseidon SA, i cui azionisti sono Edison e la greca Depa.
Il progetto era giunto nella sua fase esecutiva, quando fu accantonato, nel 2012. A differenza delgasdotto TAP, il progetto Igi-Poseidon ottenne il parere favorevole di Comune, Provincia e Regione, mentre il movimento civico di opposizione fu meno forte rispetto al movimento No TAP.
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L’approdo di Igi-Poesidon è previsto al largo degli Alimini, una delle perle d’Italia. Una soluzione alternativa prevederebbe l’approdo nella zona sud di Otranto, in prossimità del sito interessato dal progetto di costruzione del porto turistico. Il gasdotto dovrebbe poi percorrere un tratto “onshore” lungo diversi chilometri, per riemergere in un’area compresa tra Minervino e Giuggianello, o in alternativa a Palmariggi.
TagPress.it aveva già paventato l’ipotesi, paradossale ma possibile, che nel Salento si sarebbe rischiato di far approdare due gasdotti, a breve distanza l’uno dall’altro, senza contare i progetti di rigassificazione relativi a Brindisi (progetto autorizzato e mai realizzato) e Taranto. Quell’ipotesi si è ora concretizzata.
Questa situazione testimonia l’incapacità del nostro Paese di darsi una politica energetica, che tenga conto delle reali esigenze, mentre di fatto le scelte in questo settore sono consegnate nelle mani dei colossi energetici che – come è nella natura delle cose – seguono il senso degli affari, non certo l’interesse pubblico.
“Lo sviluppo di capacità di trasporto intra-europeo è un elemento importante per garantire forniture affidabili di gas, compreso il gas russo, ai consumatori di tutta Europa”, ha dichiarato Miller. “Il possibile sviluppo di questo nuovo corridoio di approvvigionamento, da perseguire in pieno accordo con le normative europee, favorirà la sicurezza del sistema di approvvigionamento italiano e il ruolo del Paese come principale hub sud-europeo del gas, in linea con gli obiettivi della strategia energetica nazionale”, ha aggiunto Marc Benayoun, amministratore delegato di Edison.
“Il rilancio del progetto Itgi-Poseidon rafforza la sicurezza del sistema energetico europeo, con un corridoio di approvvigionamento supplementare e il ruolo della Grecia come importante snodo per il gas da fonti e rotte diversificate”, ha dichiarato Theodoros Kitsakos, amministratore delegato della Depa.
E’ paradossale notare come uno degli argomenti utilizzati per sostenere la necssità di realizzare il TAP, sia legata alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico, considerati i rischi legati alle forniture del gas russo; mentre proprio per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento si punta su Igi-Poseidon, un gasdotto che trasporterà gas russo.
L’accordo su Igi-Poseidon viene siglato all’indomani della diffusione dei nuovi dati sui consumi di gas, che registrano ancora un nuovo calo, come riportato nel rapporto annuale 2016 dell’Osservatorio sulle Alleanze e le Strategie nel Mercato Paneuropeo delle Utility. La variazioni climatiche, così come il ricorso a nuovi sistemi alternativi di riscaldamento e cottura, uniti a interventi di efficientamento energetico, stanno portando ad una tendenza costante a limitare il consumo di gas naturale. Ma in generale è la domanda di energia tendenze alla riduzione.
Nel rapporto si legge:
“Dare priorità agli investimenti sulle reti oppure sulle fonti rinnovabili è una delle strade indicate per allontanarsi dai pericoli di quella che potrebbe evolvere in un avvitamento verso il basso. Internazionalizzazione e ampliamento dell’offerta restano le altre carte da giocare. Questo vale per l’elettricità, ma anche per il gas. In Italia i consumi di gas hanno puntato verso il basso dal 2011 al 2014, arrivando al dato più basso dal 2000. Nel 2015 la risalita (+8,2% nei primi dieci mesi), ma con previsione ottimistica del 2,1% medio annuo di ulteriore incremento. In questo contesto, a voler dare uno sguardo di insieme, il calo del fatturato delle multiutility è stato del 16,8% per le multiutility e del 14% nel settore energetico fra 2012 e 2014 , a 17,5 miliardi di euro complessivi” (Fonte: Il Sole 24 Ore, Impresa & Territori)”.
Dov’è la strategicità nell’invesitre miliardi di euro, trasformare irreversibilmente dei territori, per finanziare infrastrutture legate allo sfruttamento di fonti fossili il cui mercato sta colando a picco?
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