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Il Consigliere regionale formula la sua proposta su xylella e CoDiRO: “Analizzare fattori ambientali che favoriscono il CoDiRO e le ricadute sulla qualità delle matrici ambientali, sull’ecosistema e sulla salute umana”.
La sindrome da disseccamento rapido che colpisce gli ulivi del Salento è ancora attuale. All’indomani del decreto di sequestro degli ulivi disposto dalla Procura, fondato tra le altre cose sulla mancanza di prove sulle cause che portano gli ulivi al disseccamento, si era tornato a parlare di CoDiRO (cioè di complesso di fattori che portano al disseccamento rapio dell’olivo) e delle necessità di allargare la ricerca (finora quasi a zero, come ammesso dall’ex Commissario Giuseppe Silletti) a tutte le possibili cause e concause, non solo al batterio.
Ma nonostante la mancanza di prove sul nesso eziologico tra xylella e disseccamento, in poco tempo il batterio ha riacquistato centralità, come a voler a tutti i costi far passare una tesi che non si regge su un fondamento scientifico.
Intanto i lavori della task-force in Regione, tra luci ed ombre, vanno avanti. Secondo le indicazioni emerse dai provvedimenti della magistratura leccese, ogni misura finalizzata al contenimento della sindrome da disseccamento rapido dell’ulivo, così come quelle finalizzate al contenimento del batterio (qualunque sia il suo ruolo nel disseccamento), dovranno tener conto dei diversi interessi coinvolti (anche di rango costituzionale), in particolare dell’impatto che avranno a livello ambientale e paesaggistico.
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Sul punto è intervenuto il Consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Cristian Casili:
“La Regione Puglia non può più sbagliare. Il nuovo piano di contrasto al fenomeno del CoDiRo dovrà comprendere valutazioni di carattere ambientale mancate all’atto della definizione e dell’adozione del piano precedente. In primo luogo il nuovo piano dovrà scontare la VAS (Valutazione ambientale strategica), non essendoci nessuna possibile forzatura derogatoria a un piano ordinario quale quello che si profila.”
Ho fatto già presente sia al Consiglio regionale con una mozione votata all’unanimità che al capo di dipartimento agricoltura, prof. Pasquale Nardone, la necessità di affrontare questi studi che saranno un supporto indispensabile per predisporre correttamente il piano di contenimento della malattia.”
Il consigliere neretino entra poi più nello specifico della sua proposta. A suo parere il piano dovrà contenere una parte di studio di base, volta a definire i fattori ambientali che favoriscono il CoDiRo.
Per Casili, gli aspetti da considerare con riferimento esclusivo ai fattori ambientali, consistono:
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Nello stato dei terreni (qualità ecologica e chimica, residui di pesticidi e composizione organica e di metalli) per rilevare eventuali alterazioni correlabili al fenomeno CoDiRo.
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Nell’influenza dei cambiamenti climatici, con uno studio mirato da parte di un soggetto scientifico qualificato.
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Nello studio della qualità delle acque utilizzate in agricoltura, per rilevare possibili correlazioni fra eventuali alterazioni della qualità irrigua e il fenomeno CoDiRo, da parte di soggetti scientifici qualificati.”
Il piano, sempre secondo la proposta del Consigliere agronomo, dovrà contenere anche una parte dedicata alla valutazione degli effetti ambientali delle azioni che verranno messe in campo da subito, “in attesa che gli studi di cui sopra, unitamente a quelli di natura agronomica e fitosanitaria, restituiscano un quadro informativo sufficiente all’adozione di misure più mirate”.
“Di tali azioni – commenta Casili – si dovranno valutare, per quanto possibile, le ricadute sulla qualità delle matrici ambientali, sull’ecosistema e sulla salute umana, mettendo a confronto prevalutativo diverse azioni di pari efficacia per selezionare la più sostenibile.
Infine – conclude – il piano dovrà contenere anche un vero e proprio sistema di monitoraggio ambientale degli effetti delle misure adottate, sulle principali matrici”.
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