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Peggiorano le condizioni dell’ulivo monumentale chiamato Gigante di Felline, colpito da CoDiRO. Funzioneranno gli innesti di leccino?
Lo chiamano il Gigante di Felline, è un albero monumentale di ulivo di circa 1500 anni, che sorge in un uliveto di Felline, frazione di Alliste. E’ uno degli ulivi più rappresentativi del Salento ed è stato anche candidato al Concorso Nazionale Albero dell’anno 2013 organizzato dall’Associazione Adea amici degli alberi di Roma. Giunse anche alla vittoria, non fosse stato per il ricorso presentato dall’Emilia Romagna, che ottenne l’annullamento della proclamazione del Gigante di Felline, per violazione del regolamento, in quanto i suoi supporter avrebbero fatto “spam” su facebook, invitando i propri contatti a votare. L’albero fu comunque tra i primi 5 alberi più votati.
Ora questo gigante buono, con i suoi 12 metri di circonferenza alla base, con una chioma di 14 metri ed un’altezza di 10 metri, non vive giorni felici a causa della sindrome da disseccamento rapido che l’ha colpito, i cui sintomi erano già visibili nel 2013.
La causa del disseccamento viene attribuita all’attacco della xylella fastidiosa. Tuttavia non si è a conoscenza di esami effettuate su quest’albero che ne confermino la presenza, né tanto meno il nesso di patogenicità, mai dimostrato dai ricercatori baresi, come da loro stessa ammissione. Il disseccamento nel corso dei mesi è andato aumentando, giungendo ad una situazione molto grave.
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Nella scorsa estate si è tentato di salvare l’albero attraverso l’innesto di quattro gemme di leccino. L’idea di intervenire con questa tecnica sarebbe stata di Ferdinando Manfreda, di Felline, un agricoltore appartenente all’alleanza dei produttori “Voce dell’ulivo”, che conosceva un olivicoltore barese, Pietro Angelico, trasferitosi ad Ugento, esperto di innesti sugli ulivi.
Ed è stato proprio Angelico, la scorsa estate, ad eseguire le operazioni, alla presenza dell’europarlamentare europeo José Bové, sopraggiunto su invito dell’alleanza “Voce dell’ulivo”.
Il proprietario del Gigante di Felline, Enzo Marzano, ha dichiarato di aver provato, in precedenza, vari metodi, irrorando minerali, metalli, caolino e insetticidi, senza ottenere risultati soddisfacenti.
C’era ottimismo a settembre 2015, quando è stato osservato che gli innesti avevano generato un germoglio di oltre 20 centimetri. A distanza di circa 6 mesi si osserva che sul piano del disseccamento non c’è stata un’inversione di tendenza. Il Gigante di Felline versa in una situazione drammatica. Le foglie continuano a seccare e anche la produzione di olive si sarebbe notevolmente ridotta.
Ora molti ripongono le speranze residue di salvare questo ulivo monumentale proprio negli innesti. Ma le conclusioni potrebbero anche essere ribaltate, nel senso di sostenere che neanche gli innesti di leccino sono serviti per contrastare il disseccamento.