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Il prof. Perrino presenta una serie di osservazioni critiche al Direttore Dip. Agricoltura su misure di contrasto a CoDiRO e xylella.
Il professor Pietro Perrino, già Direttore del CNR di Bari e dell’Istituto del Germoplasma del CNR di Bari, alla luce della terza seduta della commissione di esperti e tecnici incaricati di fronteggiare le questioni legate al CoDiRO e alla diffusione del batterio xylella fastidiosa, ha scritto una lettera a Gianluca Nardone, Direttore del Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia, presentando osservazioni critiche e proposte. Tra queste la necessità di dare centralità al complesso del disseccamento rapido, piuttosto che alla xylella, dal momento che il batterio “è solo una delle cause minori del CoDiRO”.
Il ricercatore si dice contrario all’ipotesi di selezionare le specie resistenti al batterio, ribadendo che bisogna trovare il modo per permettere a tutte le varietà di resistere agli attacchi dei parassiti; la selezione delle varietà, piuttosto, dovrebbe avvenire “in funzione delle sue qualità organolettiche e di altre eventuali funzioni svolte nell’agroecosistema. La scelta basata sulla resistenza alla lunga significa una perdita di biodiversità, con tutte le conseguenze che essa comporta”.
Perrino insiste sulla necessità di lavorare anche e soprattutto sulle condizioni ambientali, sottolineando che l’abuso di glifosato (Roundup), che sarebbe stato fatto per decenni nel Salento, ha causato il CoDiRO. “Nella Provincia di Lecce (aree focolaio del CoDiRO) – scrive il ricercatore – il consumo di glifosato per ettaro è stato, e continua ad essere, almeno quattro volte quello delle altre province della Puglia. Il mio studio, disponibile in rete, mette in evidenza anche altre criticità ambientali, inclusa la desertificazione”.
Di seguito pubblichiamo il contenuto integrale della lettera, di cui vi suggeriamo vivamente la lettura.
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Gentile Direttore Nardone,
Nel corso della Terza riunione del 14 marzo 2016, i componenti hanno fornito elementi per migliorare le “Misure Fitosanitarie per il contenimento della diffusione di Xylella fastidiosa subspecies pauca ceppo CoDiRO”.
Durante la riunione ho scelto di non intervenire per dare più spazio ai colleghi, riservandomi, come ci viene concesso, di intervenire per e-mail.
Ciò premesso, mi preme comunicare quanto segue.
1) Condivido in pieno l’intervento di Roberto De Pascalis sulla questione di non chiamare il gruppo di lavoro Task Force, in quanto, come è stato ben spiegato, essa è ben altra cosa.
2) Le Misure Fitosanitarie non devono essere intese per contenere la diffusione del batterio, ma per contenere il CoDiRO, in quanto in ben tre riunioni è emerso chiaramente che il batterio è solo una delle cause minori del CoDiRO. Ciò, ovviamente, non significa che non si debba dare uno spazio adeguato alla ricerca, indubbiamente necessaria a conoscere meglio il patogeno, i suoi vettori ed i relativi cicli biologici.
3) Oltre a De Pascalis anche altri componenti del gruppo di lavoro, come Cristos Xiloyannis, Cristian Casili ed altri ancora, nel corso della riunione del 14 marzo 2016, ma anche delle precedenti, il sottoscritto e molti altri hanno evidenziato che il vero problema non è il batterio. Ci sono altri fattori ambientali di gran lunga più importanti.
4) Condivido anche il fatto esplicitato da diversi componenti che le Misure Fitosanitarie presentate dalla Dott.ssa Anna Percoco, opportunamente riviste e corrette, alla luce di quanto dibattuto nel corso della riunione (vedi punti successivi), che mi sembra sia stato recepito, possono provvisoriamente essere applicate.
5) Condivido quanto suggerito da Cristian Casili in materia di potature. Non c’è nessun motivo di adottare potature drastiche, come non c’è nessun motivo di usare insetticidi che non siano biologici. Ciò eviterebbe anche di avere problemi e scontri o conflitti con le Aziende che nel Salento praticano agricolture biologiche e che come sappiamo hanno vinto i loro ricorsi al TAR Lazio ed Al Consiglio di Stato. Dette aziende devono essere incentivate e non penalizzate, soprattutto nel Salento.
6) Nel corso del suo intervento, Roberto De Pascalis ha precisato che la questione della Task Force non è solo una questione formale, in quanto una vera Task Force presuppone una struttura diversa, ma è una questione sostanziale. In altre parole, De Pascalis ci ha detto che se lasciamo stare la questione formale e chiamiamo la Task Force gruppo di lavoro, ciò non significa che abbiamo risolto il problema del CoDiRO. Ha detto chiamiamo questo, già costituito, gruppo di lavoro al fine di essere operativi subito, ma, allo stesso tempo, sollecitiamo il Presidente della Regione a costituire una vera Task Force che ci risolva tutti i problemi di inquinamento ambientale che abbiamo in Puglia, tra cui le vere cause del CoDiRO.
7) Ritornando alla Xylella ed al CoDiRO, in un mio contributo, del 2015, alla problematica, evidenziavo proprio quest’ultimo aspetto (richiamato al punto 6). E cioè che tra i fattori ambientali che hanno causato il CoDiRO c’è l’abuso che si è fatto per decenni, nel Salento, di uso di glifosato (l’erbicida commercializzato con il nome di Roundup). Nella Provincia di Lecce (aree focolaio del CoDiRO) il consumo di glifosato per ettaro è stato, e continua ad essere, almeno quattro volte quello delle altre province della Puglia. Il mio studio, disponibile in rete, mette in evidenza anche altre criticità ambientali, inclusa la desertificazione: Le vere cause del CoDiRO.
8) Nella riunione del 14 marzo 20016, ma anche in una delle precedenti, qualcuno ha accennato all’uso dell’innesto o all’impianto di varietà di olivo resistenti alla Xylella, come soluzione della patologia. Alla luce di quanto detto sopra, ma anche di altri motivi che riguardano le relazioni tra piante, parassiti ed ecosistema, la soluzione di sostituire varietà suscettibili con varietà resistenti al batterio non è una soluzione da adottare. La storia ci insegna che la prima priorità è quella di mettere le varietà tutte, incluse quelle suscettibili, in condizioni di resistere. La scelta di sostituire varietà suscettibili con quelle resistenti deve essere adottata solo dopo aver tentato altre strade e comunque solo in condizioni estreme. Il motivo principale di questo ragionamento è che non possiamo condizionare la scelta delle varietà alla loro resistenza. La varietà deve essere scelta in funzione delle sue qualità organolettiche e di altre eventuali funzioni svolte nell’agroecosistema. La scelta basata sulla resistenza alla lunga significa una perdita di biodiversità, con tutte le conseguenze che essa comporta.
9) Condivido anche il punto sollevato da Giuseppe Vergari sull’applicazione delle Misure. Nessun Piano di lavoro, eccellente per quanto possa essere, può essere applicato senza l’assistenza di esperti, capaci di interpretare caso per caso le misure indicate dal Piano.
Complimentandomi per l’ottima conduzione della riunione, porgo i miei più cordiali saluti.Pietro Perrino
Già Direttore CNR di Bari.
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