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“Con la xylella si dovrà convivere, senza se e senza ma. Smettiamola con le contrapposizioni tra “tifoserie” e diamo un senso all’olivicoltura salentina”.
Nei giorni scorsi l’Efsa ha pubblicato uno studio, realizzato dai ricercatori di Bari, che dimostrerebbe il nesso di patogenicità tra il batterio xylella fastidiosa e l’ulivo. La validità scientifica dello studio è stato messa in dubbio, anche per il fatto che tra gli autori figurano anche tre persone indagate dalla Procura di Lecce proprio nell’ambito della vicenda xylella.
Anche Cristian Casili, agronomo e Consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, aveva manifestato scetticismo, ma in un modo o nell’altro Casili è convinto del fatto che bisognerà convivere con la xylella e che le misure di lotta obbligatorie e le estirpazioni siano inutili e dannose:
“Che il batterio fosse presente nel Salento e svolgesse un ruolo all’interno del complesso del disseccamento dell’Ulivo lo sappiamo da molto tempo. Tant’è che da mesi siamo chiamati a rispettare e subire le inutili e dannose misure di lotta obbligatoria imposte dall’UE al netto degli abbattimenti dei Piani Silletti scongiurati dai decreti della magistratura leccese”.
Casili però non nasconde, con molta diplomazia, le preoccupazioni per l’attendibilità dei risultati dello studio pubblicato dall’Efsa:
“Che siano poi gli stessi indagati a svolgere le indagini questo mi lascia alquanto perplesso. Nel pieno rispetto del lavoro fatto dai ricercatori mi sembra più che evidente che gli stessi possano essere emotivamente condizionati delle indagini in corso”.
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I risultati dei test di patogenicità non cambiano molto rispetto a quanto già non si sapesse sul batterio, secondo l’agronomo, se non per il fatto di includere il Leccino all’interno delle cultivar che si infettano anche se più lentamente ed escludere invece piante come Leccio, agrumi e viti che sono risultate immuni a seguito dell’ inoculazione del batterio:
“A questo proposito, ora che abbiamo queste informazioni su Leccio, agrumi e viti ci chiediamo perché non si pensi di dare subito e finalmente respiro ad un settore vivaistico che è stato messo in ginocchio per il blocco di queste specie che si collocano all’interno di un settore agricolo che vale milioni di euro”.
Il Consigliere salentino conclude con un auspicio:
“Aspettiamo di vedere come sono stati validati i dati dei test di patogenicità e, se vogliamo seriamente comprendere il fenomeno del disseccamento dell’Ulivo, smettiamola con le contrapposizioni tra “tifoserie” e diamo un senso all’olivo e all’olivicoltura salentina che di questo passo senza reddito è destinata comunque a morire. Il resto sono tutte chiacchiere da bar perché con il batterio si dovrà convivere senza se e senza ma. Sia chiara una cosa l’eradicazione del batterio è oggi impossibile e questo lo sanno bene tutti i ricercatori impegnati nella predisposizione dell’imminente piano degli interventi. Con la xylella si dovrà convivere, senza se e senza ma. Smettiamola con le contrapposizioni tra “tifoserie” e diamo un senso all’olivicoltura salentina”.