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Il Consgliere FI: “Solo un servizio migliore e meglio organizzato – cosa che oggi FSE non è in grado di garantire – potrà generare una domanda che consenta di sostenere i livelli occupazionali esistenti”.
“Gli unici a pagare il prezzo di decennali oscenità in FSE e della attuale pavidità di governo e regione sul trasporto pubblico locale sono i lavoratori: a scaricare su di loro l’onere del risanamento, saremmo stati bravi tutti”. Lo dichiara il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale, Andrea Caroppo, il quale ritiene che i dipendenti della società di trasporto pubblico Ferrovie Sud Est siano stati designati da parte di Governo, Regione e mass media come agnelli sacrificali per il salvataggio della società.
“E’ partita – aggiunge – una evidente offensiva mediatica volta a convincerci tutti che l’unico modo per restituire alla Puglia meridionale un trasporto pubblico locale degno di questo nome sia chiedere ai dipendenti della società FSE dolorosissimi tagli alle retribuzioni e financo al tfr, che verosimilmente altro non sono se non il preludio a casse integrazioni, mobilità e licenziamenti massivi. Solo un servizio migliore e meglio organizzato – cosa che oggi FSE non è in grado di garantire – potrà generare una domanda che consenta di sostenere i livelli occupazionali esistenti”.
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“Non è colpa dei lavoratori – conclude Caroppo – se oggi FSE è in queste condizioni: pensare di rimettere in piedi un carrozzone, caricando l’onere del suo risanamento solo sulle spalle dei dipendenti, non è solo ingiusto, ma è immorale”.
Vero è che i dipendenti di Ferrovie Sud Est hanno lavorato e portato avanti il servizio anche senza percepire lo stipendio. Ma a tal proposito dovrebbe farsi qualche distinzione tra personale operativo e dirigenti. Dai libri contabili è venuto fuori gli stipendi d’oro di alcuni dirigenti, che hanno gravato pesantemente sui bilanci della società.
Infine una riflessione è doverosa sull’espressione utilizzata dal Consigliere sulle parole utilizzate nella sua nota: “restituire alla Puglia meridionale un trasporto pubblico locale degno di questo nome”. Caroppo parla di restituzione, ma sarebbe più corretto usare il verbo “dare” o uno equivalente, perché non si può ottenere la restituzione di ciò che non si è mai avuto. Il Salento non ha mai avuto un trasporto pubblico locale degno degno di questo nome, per cui un ritorno ad un non servizio che già sulla carta è incompleto, frammentario, inadeguato e insufficiente, non è una soluzione auspicabile.Il Consgiliere FI: “Solo un servizio migliore e meglio organizzato – cosa che oggi FSE non è in grado di garantire – potrà generare una domanda che consenta di sostenere i livelli occupazionali esistenti”.