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Abbattimento dei soli ulivi infetti da xylella delle Zone indenni. Emiliano: “Evitato sterminio insostenibile”. Si poteva fare di meglio?
Cacciati dalla porta, gli abbattimenti rientrano dalla finestra. Perlomeno si tratta di abbattimenti mirati e con esclusione da questa misura drastica per gli ulivi secolari.
Infatti cade l’obbligo di estirpazione delle piante sane che sorgono intorno alla pianta infetta nel raggio di 100 metri, che avrebbe portato alla desertificazione del territorio. Solo gli alberi infettati dalla xylella delle “Zone Indenni”, che non siano secolari, dovranno essere abbattuti.
Una nota regionale precisa che il Piano è stato adottato nel rispetto di quanto disposto dall’ordinanza di sequestro emessa dal Gip di Lecce, confermativa del decreto emesso dalla Procura di Lecce, ed in conformità alle Ordinanze del TAR Lazio, in attuazione della Decisione UE/2015/789 e del DM 19 giugno 2015, e con l’intento di minimizzare l’impatto ambientale e di tutelare il paesaggio.
Le misure da adottare sono diversificate in base alla delimitazione delle aree: 1) Zona Infetta della provincia di Lecce ad eccezione della Zona di Contenimento 2) Altre Zone Infette: Zona di Contenimento della provincia di Lecce, intero territorio comunale di Torchiarolo, Cellino S. Marco, S. Pietro Vernotico, focolai puntiformi delle provincie di Brindisi e Taranto; 3) Eventuali Nuovi Focolai Puntiformi; 4) Zona Cuscinetto; 5) Zona Sorveglianza; 6) Zona Indenne.
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Si tratta perlopiù di misure orientate al contrasto dell’azione degli insetti vettori, potenzialmente responsabili dell’inoculo del batterio della xylella fastidiosa. “Si basano principalmente – si legge nella nota – sulle lavorazioni superficiali del terreno, al fine di abbattere gli stadi giovanili della sputacchina e sulle potature della parte aerea delle piante di olivo per contenere la fonte di inoculo, laddove le piante sono infette, o per ridurre la trasmissione delle infezioni nelle zone indenni”.
Nelle zone infette non sono previsti abbattimenti di alberi ma “severe potature”, da eseguire obbligatoriamente entro il 30 aprile, insieme ad altre “buone pratiche agricole”, quali l’aratura del terreno, estirpazione erbe spontanee. E’ previsto anche l’eventuale uso di fitofarmaci in determinati periodi, primavera-estate e autunno.
Per gli ulivi ultracentenari è prevista la potatura dei rami e protetti con reti anti insetto che impediscano ai potenziali insetti vettori di pungere gli ulivi e veicolare il batterio.
Gli abbattimenti sono previsti solo per le singole piante infette individuate nelle Zone indenni, mentre gli ulivi presenti entro i 100 metri dalla pianta infetta dovranno essere potati, non più abbattuti.
Attraverso il Piano di sviluppo rurale (PSR) sarà previsto un supporto economico agli agricoltori per le potature.
Sono queste le principali novità del piano varato dal gruppo di lavoro istituito dalla Giunta Emiliano ed approvato dalla stessa Giunta nel pomeriggio di ieri.
Soddisfatto il Governatore Michele Emiliano, commenta:
“L’abbattimento delle piante nei cento metri dalla pianta infetta avrebbe provocato uno sterminio insostenibile. Dunque, il Piano non prevede la misura più insopportabile, l’abbattimento delle piante nei cento metri. Ci si limita all’abbattimento della pianta infetta, ove non sia monumentale. Le piante viciniori vengono al massimo capitozzate per eliminare le foglie tenere. Fino al 30 aprile è importantissimo fare lo sfalciamento e la aratura: misure di straordinaria efficacia” perché “abbattere la popolazione dell’insetto vettore è molto più importante che tagliare gli alberi.
“Nella speranza che al più presto si possa trovare una cura per la Xylella è importante rispettare queste pratiche. Questo provvedimento tiene insieme tutti gli elementi emersi dalla Task Force anti-Xylella e le istanze di prudenza che erano venute dalla comunità, che non intendeva privarsi del suo patrimonio arboreo costituito da ulivi secolari che, ove fossero stati abbattuti ogni 300 metri dalle piante infette, avrebbero determinato uno sterminio insostenibile”.
Sembra scongiurato l’incubo della desertificazione del territorio, dovuto all’abbattimento delle piante sane nel raggio di 100 metri da quella infetta, che avrebbe portato all’estirpazione di un numero di ulivi anche superiore alle 300 unità per ogni pianta risultata positiva alla xylella. Inoltre sembrano essere definitivamente sfuggiti alla scure gli ulivi secolari, ma c’è da aspettarsi l’arrivo di numerose critiche a questo piano, che sebbene non sia distruttivo come il precedente, rimane deludente sotto altri profili, come quello legato all’apertura verso le cure sperimentali e alla considerazione degli aspetti legati all’inquinamento atmosferico e dei terreni, alla perdita della biodiversità e alla scarsa fertilità dei terreni, questioni tutte sollevate in altre sedi e sostenute da diversi ricercatori.
Inoltre il piano sembra focalizzarsi esclusivamente sulla xyella e sul suo potenziale insetto vettore, non anche sugli altri microorganismi che rientrano nel CoDiRO. E’ stato sottolineato in più occasioni che le condizioni che avrebbero causato il CoDiRO potrebbero favorire l’insorgere di altre patologie vegetali, tra cui lebbra dell’ulivo, che a detta di qualcuno potrebbe essere più dannosa del CoDiRO.