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Riprendendo l’intervista a Silvano Macculi realizzata da InOnda WebTv, la minoranza del Comune di Santa Cesarea torna parlare di terme e del degrado di quello che doveva essere il nuovo centro termale
Una nota dai toni decisamente duri e polemici è stata pubblicata da “Continuità e Sviluppo“, gruppo di minoranza del Comune di Santa Cesarea Terme, sulla propria pagina Facebook. Lo sfogo dell’opposizione, rappresentata da Daniele Cretì e Sergio Bono, rappresenta una nuova pesante condanna all’operato dell’Amministrazione comunale, soprattutto in riferimento alla vicenda riguardante le terme:
Il masso delle fontanelle doveva essere rimosso il giorno dopo l’insediamento di questa fallimentare Amministrazione Comunale, il “mammoccione” (la struttura nata per ospitare il nuovo centro termale n.d.r.) qualche settimana dopo; verde, verde, verde: infatti il verde, per le erbacce, è aumentato smisuratamente, la rotatoria di Vitigliano è diventata il simbolo del degrado in cui versa la Comunità. Il sindaco, che doveva governare la comunità rinunciando alla sua indennità, percepisce, oltre al normale stipendio dell’ospedale, circa 3000 euro mensili tra indennità e rimborsi per permessi retribuiti (tra cui sabati, vigilie di Natale e Capodanno, ecc.), senza contare i rimborsi chilometrici degli innumerevoli “viaggi della speranza” a Bari per risolvere la questione “Terme”. Intanto tutte le discese al mare pubbliche sono chiuse pur avendo a disposizione, sin dal 31 dicembre 2012, ben 5 milioni di euro per poter effettuare i lavori necessari e riaprirle. Purtroppo, sono passati tre anni di assoluto abbandono, degrado e rilassamento totale.
Le parole dell’opposizione cesarina sono legate all’intervista realizzata da InOnda WebTv a Silvano Macculi incentrata proprio sulla grande struttura che avrebbe dovuto ospitare il nuovo centro termale della città, ma che vige in totale stato di abbandono e degrado da più di dieci anni. Un servizio realizzato lo scorso anno, ma ripreso dal gruppo di opposizione dopo che il network giornalistico online lo ha rimesso all’attenzione del pubblico attraverso Facebook.
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I lavori di costruzione dell’edificio partirono grazie al finanziamento di circa 40 miliardi di lire provenienti dalla Cassa del Mezzogiorno. Dopo l’inaugurazione, svoltasi nel 2003, vennero accordati altri 17 milioni di euro, di cui 11 provenienti dall’esterno e 6 garantiti dai soci delle Terme spa (il capitale sociale appartiene per il 51% alla Regione e per il 49% al Comune di Santa Cesarea). E proprio dopo l’inaugurazione inizia il degrado della struttura, e Silvano Macculi, ex Assessore al Bilancio della Provincia di Lecce (2009-2014), individua quelli che, a suo parere, sono stati i responsabili:
Nel 2005 in Regione subentra il governo di centrosinistra e con le nuove gestioni la società Terme spa cominciano a produrre perdite d’esercizio. Il complesso viene poi sequestrato e il finanziamento revocato. Il capitale delle Terme si depaupera e lo stabile viene abbandonato a sé stesso. La Regione, in quanto socio di maggioranza, avrebbe dovuto usare fondi propri o POR per salvare e completare la struttura, oltre che ammodernare l’Albergo Palazzo, il centro “Gattulla” e tutto il centro termale funzionante. Questo avrebbe consentito agli operatori turistici di realizzare i quattro alberghi che sarebbero dovuti nascere insieme al nuovo centro termale e che avrebbero potuto portare benefici sia a Santa Cesarea che ai comuni limitrofi.
Così si esprimeva lo scorso anno Silvano Macculi, la cui l’intervista completa rilasciata a InOnda Webtv è disponibile a questo link.
Al di là di tutto, ciò che resta è una struttura immensa dal potenziale altrettanto immenso, che avrebbe potuto portare nuovi posti di lavoro e sviluppare il turismo destagionalizzato, ma che ancora oggi è abbandonata a sé stessa, in preda al più completo degrado.