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Mentre la Francia mette al bando il glifosato, il Parlamento europeo chiede alla Commissione europea il rinnovo dell’autorizzazione all’uso per altri 7 anni.
L’Europarlamento con la risoluzione approvata nella seduta di ieri ha chiesto alla Commissione europea di limitare a 7 anni il rinnovo dell’autorizzazione del glifosato, il principio attivo che sta alla base degli erbicidi più diffusi in agricoltura, brevettato dalla Monsanto.
Il glifosato è stato inserito dallo Iarc (l’agenzia internazionale per la ricerca conto il cancro, che fa parte dell’Organizzazione mondiale della sanità) nella lista delle sostanze “probabilmente cancerogene” (in pratica mancherebbe solo la “pistola fumante” per considerarlo sicuramente cancerogeno).
L’Efsa (Agenzia per la sicurezza alimentare, ente di consulenza scientifica della Commissione europea) è giunta a risultati diametralmente opposti. A chi dare retta? L’Efsa ha utilizzato degli studi finanziati dalle stesse società impegnate nella produzione di glifosato. Alcuni di questi studi non sono a disposizione della comunità scientifica, in quanto l’Unione europea ne ha garantito la segretezza per motivi “commerciali”.
Inizialmente il rinnovo era previsto per 15 anni, ma il Parlamento europeo è stato fin troppo timido, nel chiedere solo una riduzione, anziché la messa al bando di questa sostanza probabilmente cancerogena.
La risoluzione, non vincolante, è stata approvata con 374 voti a favore, 225 contrari e 102 astensioni. La Commissione ambiente dello stesso organo, lo scorso 22 marzo aveva votato per la messa al bando.
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La risoluzione contiene anche la richiesta alla Commissione Europea (organo di governo della UE) di “di tenere maggiormente conto dell’utilizzo sostenibile degli erbicidi contenenti glifosato” e di “raccomandare agli Stati membri, nello specifico, di limitare o vietare la vendita di glifosato agli utilizzatori non professionali”.
E’ stato chiesto anche di “affrontare al meglio l’uso sostenibile degli erbicidi contenenti glifosato e lanciare una revisione indipendente della tossicità generale e della classificazione, basata non solo sui dati relativi alla cancerogenicità, ma anche su possibili proprietà di interferenza endocrina”, nonché – e la richista è rivolta anche all’Efsa – di “rivelare immediatamente tutte le prove scientifiche alla base della classificazione positiva del glifosato e della proposta di nuova autorizzazione, visto l’interesse pubblico prevalente alla divulgazione”.
Le reazioni sono state di diverso tenore. C’è chi è comunque soddisfatto per essere riuscito ad ottenere comunque un risultato importante. C’è chi invece guarda la bottglia mezza vuota, ritenendo inaccettabile questo compromesso, dal momento che questa sostanza è considerata pericolosa per l’agricoltura, per l’ambiente, per la salute umana.
Studi recenti hanno evidenziato il ritrovamento di tracce di questa sostanza all’interno di prodotti alimentari, come pane e birra.
E’ anche considerato come potenziale responsabile della perdita di biodiversità, impoverimento dei terreni e deperimento delle piante.
La Francia proprio nei giorni scorsi ha messo al bando l’uso di pesticidi che contengono glifosato.
Ecco come hanno votato gli europarlamentari italiani…