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L’immagine satirica sulla differenza nel trasporto pubblico tra il barese e il Salento (con probabile riferimento a FSE) è virale. Specchio della realtà?
Da alcune ore gira sul web un’immagine a sfondo satirico, che sarà pure volutamente esagerata, ma costituisce anche un’espressione emblematica del trasporto pubblico nel Salento e della disparità di trattamento che da decenni (o forse più) subisce e continua a subire rispetto ad altre parti d’Italia.
L’immagine si compone di due foto sovrapposte con impresso un ipotetico dialogo tra due gruppi di pendolari che viaggiano su un Frecciarossa (sarà il Milano – Bari?), di cui uno si ferma a Bari (capolinea) e l’altro prosegue verso Gagliano del Capo con mezzi un po’ più lenti e meno comodi rispetto ad un treno superveloce, senza wi-fi a bordo, senza vagone bar, senza carrozze climatizzate. Però le carrozze ce l’hanno, almeno quelle, e sono trainate da cavalli.
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Si esagera un po’ quando si fa satira e la buona satira fa ridere e apre la mente. In realtà da Bari si arriva a Lecce con altri treni, anche se non ad alta velocità. Ci sono i regionali, i Frecciabianca e gli Intercity. Il problema si fa serio da Lecce verso Gagliano, dove magari i cavalli farebbero comodo. Da Lecce in giù, su un territorio lungo 70 chilometri, il trasporto ferroviario non compete più a Trenitalia, ma alle Ferrovie Sud Est. E l’ultimo treno FSE da Lecce a Gagliano parte alle 19, anche d’estate, e solo nei gironi lavorativi. E non si può nemmeno contare sui cavalli.
Chi ha tanti soldi da spendere può usare il taxi, altrimenti si dovrà affidare ad un familiare, un parente, un amico, affinché lo vada a prendere alla stazione di Lecce, magari facendo un viaggio andata e ritorno di 140 chilometri. I meno fortunati, che non hanno nessuno disponibile a fare da “chauffer”, non possono nemmeno attaccarsi al tram, perché manca anche quello.
Tutto questo perché a livello politico, locale, regionale, nazionale, non è stato ritenuto importante e strategico garantire ai cittadini il diritto, costituzionalmente garantito, alla mobilità, mentre il popolo salentino non si è mai fatto sentire davvero, dimostrando una sostanziale acquiescenza.
Per ora ridiamoci su!