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Su Repubblica si parla di cale suggestive situate sotto le Terme interdette, ma agli atti non risulta nulla.
“sono interdette alcune cale suggestive sotto le terme”; è quanto si può leggere in un articolo a firma di Chiara Spagnolo pubblicato sulla versione online de “La Repubblica” di Bari; l’articolo dal titolo “Salento, nuova raffica di divieti lungo la costa: le scogliere sono pericolose“, pubblicato in data 21 aprile 2016, analizza la situazione di varie discese balneari salentine interdette all’accesso pubblico per sequestro o pericolo di crollo.
Per quanto riguarda Santa Cesarea Terme, l’articolo parla di “fondi per la sistemazione delle falesie, comunitari e regionali, ammontanti a diversi milioni di euro fermi per una serie di ricorsi al Tar”, e del sequestro della baia di Porto Miggiano, i cui sigilli posti per ordine della magistratura vengono costantemente violati dai bagnanti.
La notizia che, almeno per ora non ha ulteriori conferme, riguarda l’interdizione di alcune cale situate al di sotto delle Terme, con probabile riferimento alle grotte Solfurea e Gattulla e alle discese pubblica al di sotto dello stabilimento “Solfurea” e a quella privata “Caicco“.
Il Sindaco di Santa Cesarea Terme, Pasquale Bleve, consultato dalla redazione di TagPress, fa sapere che agli atti non risulta alcuna interdizione per le cale in questione, e che le uniche discese a mare attualmente chiuse sono la baia di Porto Miggiano, chiusa per sequestro preventivo, e la discesa “Fontanelle“, il cui acceso resta interdetto per pericolo di crollo ma per la quale sono già stati stanziati dei fondi utili al consolidamento della falesia.
Quanto riportato sull’articolo di Repubblica è dunque vero, o magari la notizia in questione è stata riportata erroneamente? Il dubbio resta. Ciò che pare certo, invece, è il fatto che anche quest anno turisti e frequentatori della zona non si faranno “intimorire” da divieti e sigilli, continuando a frequentare le aree di Santa Cesarea Terme considerate a rischio crollo a loro rischio e pericolo.