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In Grecia clima di terrore per la xylella: “Non andate in Puglia”. Vergari: “Ai greci fornite informazioni incomplete o, peggio, distorte”.
Il prossimo 4 maggio si terrà l’udienza davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, in cui si discuterà sul potenziale contrasto tra, da un lato, la Direttiva europea 2000/29/Ce dell’8 maggio 2000 e, dall’altro, la Decisione di esecuzione della Commissione Europea del maggio 2015 e il decreto ministeriale del 19 giugno 2015, che la recepisce e sul quale si fonda, a sua volta, il Piano Silletti bis. Piano che, come noto, ha dato il via l’anno scorso all’abbattimento degli ulivi infetti nella zona cuscinetto e di tutti gli alberi ospiti sani nel raggio di 100 metri.
L’intervento della Corte di Giustizia è il frutto di una decisione del TAR Lazio, chiamato a decidere su un ricorso presentato da 41 olivicoltori salentini, i quali chiedono l’annullamento del decreto e del Piano. Il TAR, valutate le presunte antinomie tra le normative, ha quindi deciso di sospendere il procedimento e chiedere che la Corte risolva su questa questione pregiudiziale. Dopo la pronuncia della Corte, il procedimento verrà comunque riassunto davanti al TAR Lazio.
Al giudizio davanti alla Corte si è costituita la Grecia, in qualità di Paese membro interessato, per paura che un’eventuale eliminazione delle misure intraprese dall’Italia possa favorire la diffusione della xylella anche in altri Paesi. La Grecia è anche un Paese concorrente per quanto concerne la produzione di olio d’oliva.
Non si è costituita invece la Regione Puglia ed è un’assenza che a livello politico pesa tantissimo.
Il Presidente della Corte aveva deciso nei giorni scorsi di optare per il procedimento accelerato, “visto il presumibile rischio di danni irreversibili all’ecosistema e all’agricoltura del territorio pugliese che un prolungamento eccessivo della sospensione del giudizio potrebbe produrre”.
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Intanto in Grecia, dalle sedi accademiche, trapela un clima di terrore, in cui addirittura si fa appello ai connazionali di non recarsi in Puglia, per evitare di trasportare in patria il vettore, la sputacchina.
A riferirlo è a LecceNews24.it il dottor Giuseppe Vergari, agronomo, già componente del comitato tecnico scientifico creato dalla Regione Puglia per far fronteggiare la presunta emergenza xylella.
Vergari, che è stato ospite la settimana scorsa ad un convegno organizzato da un Istituto di Scienze Agrarie (IGE), ha spiegato che i dati forniti ai ricercatori greci provengono da alcuni dei soggetti indagati, ma avrebbe notato anche delle palesi inesattezze che l’avrebbero lasciato molto perplesso.
Pertanto il clima di terrore potrebbe essere stato innescato dalle informazioni errate giunte messe a disposizione dai ricercatori italiani.
Nel corso del seminario – racconta l’agronomo – “venivano proiettate immagini che mostravano gli alberi disseccati e rasi al suolo del territorio gallipolino: qualcosa che risale a svariati anni fa. Immagini molto generali, panoramiche vastissime, e nessun riferimento a cure e contromisure adottate”.
“Il peggio – continua Vergari – è arrivato durante l’intervento della funzionaria del Ministero, la signora Ionnidou, la quale ha ribadito che il batterio della xylella è tra i batteri più letali del mondo, capace di causare malattie alle piante, con conseguenti pesanti ripercussioni sul settore economico. Più volte la dottoressa Ionnidou ha parlato di “catastrofe italiana”, assumendo atteggiamenti dal retrogusto irrisorio nei nostri confronti. Tutto qui? Nemmeno per nulla. Il concetto che alla fine è trapelato alla platea è stato quello di un territorio, quello pugliese e italiano, incapace di far fronte a questo problema e più volte è stato chiesto di non recarsi in Puglia, evitando così di trasportare in patria il vettore, la sputacchina”.
Con il suo intervento Vergari avrebbe poi precisato tutte le inesattezze, mantenendo ferma la distinzione tra catastrofe ed emergenza, precisando che “in Puglia ci sono nove milioni di alberi di ulivo e meno dell’1% di questi è stato colpito dal batterio”.
A questo punto l’agronomo ha spiegato le ragioni per cui, a suo parere, gli ulivi a Gallipoli sono disseccati ed sottolineato che alcuni alberi possono riprendersi.
“La mia premura – prosegue – è stata anche quella di spiegare come si sia lavorato, fornendo dati aggiornati e non quelli mostrati in precedenza. Ho spiegato, inoltre, come alcuni alberi siano usciti dalla malattia, come molti esemplari siano rifioriti e che le immagini in loro possesso, oltre che datate, non erano nemmeno inerenti alla xylella. Mi spiego meglio: gli ulivi del gallipolino mostrati al pubblico sono morti perché siti su un terreno abbandonato. Il loro destino era comunque il disseccamento e che una potatura fuori stagione ha solo accelerato la loro morte”.
“Quello che è successo – conclude Vergari – mi ha lasciato più di qualche perplessità. Malafede dei greci? Non credo. Piuttosto è un problema tutto italiano: le informazioni che vengono trasmesse, persino in sede di Commissione Europea, probabilmente non sono complete o, peggio, distorte”.