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Ieri esponenti TAP e agenti Digos negli uliveti. Il Ministero fa pressione su Regione per sbloccare procedura ottemperanza prescrizione A44, senza la quale non è possibile espiantare gli ulivi.
C’era parecchio movimento ieri negli uliveti interessati dal passaggio del gasdotto TAP. C’erano una ventina di uomini legati a TAP, tra cui il capo dell’ufficio stampa della stessa multinazionale. Con loro anche gli agenti della Digos.
Il nervosismo è palpabile. Sono giorni decisivi sul futuro di questo progetto di gasdotto, fortemente osteggiato dalla popolazione locale, tanto quanto fortemente voluto dal Governo.
TAP ha dei tempi da rispettare. Entro il 30 aprile, cioè entro 5 giorni a partire da ora, ha l’onere di espiantare 231 alberi di ulivo da stoccare in un sito provvisorio, i quali verranno (il forse è d’obbligo) ripiantati nella posizione originaria una volta ultimata l’opera.
Entro il 16 maggio dovrebbe essere avviato il cantiere, altrimenti dovrà chiedere al Governo una proroga dei termini fissati dall’autorizzazione unica. Ma TAP dovrà fare i conti anche con l’Europa e con la candidatura ad ottenere i finanziamenti della Bers; e l’Europa non è malleabile come il Governo italiano.
Il termine del 30 aprile non potrebbe essere prorogabile, in quanto corrisponde al termine ultimo entro cui gli alberi possono essere spostati, per rispettare il periodo di riposo vegetativo. Quindi le operazioni di espianto, superato questo termine, non potrebbero partire prima di novembre.
Il Ministero dell’Ambiente ha inviato nei giorni scorsi un sollecito alla Regione Puglia, affinché chiuda il prima possibile la procedura di ottemperanza alla prescrizione A44, contenuta nel decreto di compatibilità ambientale dell’opera (DM 233/2014) e prevede:
“Il proponente (TAP, ndr) dovrà attuare tutte le misure di mitigazione e compensazione proposte nel SIA (Studio di impatto ambientale, ndr) e nelle successive integrazioni. Prima dell’inizio dei lavori, dovrà essere presentato e sottoposto all’approvazione del Comune di Melendugno e della Regione Puglia, il progetto esecutivo relativo alle opere di mitigazione ambientale ed ai ripristini. In particolare per quanto riguarda i ripristini vegetazionali, in riferimento al reimpianto degli ulivi, il progetto dovrà contenere tabelle sintetiche di confronto tra i rilievi ante-operam e le ricollocazioni definitive post-operam in maniera tale da consentire l’uso finale del suolo”.
La prescrizione A44 sarebbe ottemperata solo a metà. Nella relativa procedura di verifica sono coinvolti il Comune di Melendugno e la Regione Puglia. TAP, per poter allestire il primo cantiere dovrà, entro il 30 aprile, ottenere la verifica di ottemperanza e procedere all’espianto e allo stoccaggio provvisorio di tutti i 231 alberi di ulivo dell’area del micro tunnel.
A preoccupare TAP non è solo la prescrizione A44 e l’espianto degli ulivi, ma anche le procedure di esproprio e asservimento temporaneo dei terreni, che dovranno essere compiute prima di poter allestire il cantiere.
Il Comitato No TAP teme delle forzature della procedura ed un possibile avvio delle operazioni prima della conclusione della verifica.
Negli uffici regionali sanno di avere i riflettori puntati addosso e sanno che per ogni possibile passo falso partirebbe un esposto alla Procura. E lo stesso dicasi per l’area di cantiere, che resta vigilato dagli attivisti giorno e notte.
La Procura di Lecce viene tenuta costantemente al corrente di quello che sta accadendo, con segnalazioni costanti. Nei prossimi giorni verranno ascoltate alcune persone che riferiranno su alcuni fatti. Ricordiamo che al momento non risulta nessun indagato, ma sono stati nominati tre consulenti tecnici per spulciare tutto il carteggio e la documentazione tecnica relativi al progetto.
Articolo originariamente pubblicato su Tagpress.it