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Dato erroneamente per morto, il colonnello Carlo Calcagni si dimostra come sempre combattivo nonostante la malattia e si appresta a farsi valere agli Invictus Game che si terranno dall’8 al 12 maggio in Florida
Una vita trascorsa sempre lottando: come soldato a bordo degli elicotteri in aree di guerra, come atleta in sella della sua bicicletta da corsa, ma soprattutto come uomo, impegnato a reagire contro il proprio organismo contaminato da metalli pesanti e affetto da Parkinson e da una grave malattia autoimmune degenerativa cronica e irreversibile. La storia del Colonnello Carlo Calcagni, originario di Guagnano e residente a Cellino San Marco (Brindisi), parla di una vittima dell’uranio impoverito, metallo (non l’unico) con cui è entrato in contatto nel corso della missione in Bosnia nel 1996.
La figura di Carlo Calcagni incarna perfettamente ciò che in fondo è la vita: una continua lotta. E Carlo continua a lottare nonostante qualcuno lo abbia già dato per spacciato. Nei giorni scorsi un articolo pubblicato da una testata on line ha ripreso un’affermazione del dottor Rino Strano, consigliere scientifico dell’associazione “Movimento No MUOS Sicilia”, nato per contrastare l’installazione del cosiddetto Mobile User Objective System, il sistema di antenne ad altissima potenza ideato dalla Marina Militare.
Questo è stato uno dei passaggi del dottor Strano:
Altre testimonianze sono state ascoltate dalla Commissione e diversi casi di militari deceduti, come Fabio Senator o Pasquale Cinelli o il colonnello Carlo Calcagno; tutti questi casi ci hanno dimostrato come la devozione alla patria si sia trasformata in un lungo calvario e li abbia condotti fino alla morte.
Non sappiamo se si sia trattato di un errore di Rino Strano o di una non corretta interpretazione del giornalista, ma il “colonnello Carlo Calcagno” sembra proprio una errata trascrizione per riferirsi al decesso del pilota salentino. Carlo Calcagni però è vivo, debole, ma dallo spirito intatto. E il 47enne rappresentante dell’Esercito è pronto ad affrontare una nuova sfida sportiva, lui che in sella alla sua bicicletta ha regalato all’Italia innumerevoli successi in competizioni nazionali e internazionali riservate agli atleti militari.
Carlo Calcagni fa infatti parte della spedizione azzurra in partenza per gli Stati Uniti, precisamente Orlando, dove dall’8 al 12 maggio si svolgeranno gli Invictus Game, rassegna sportiva dedicata ai militari con disabilità permanenti per cause di servizio. La nazionale italiana, racchiusa nel GSPD (Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa) è al momento in ritiro a Roma, per poi volare alla volta della Florida.
Carlo Calcagni gareggerà nella specialità che lo ha reso celebre a livello internazionale nell’ambito dello sport militare, il ciclismo: il pilota salentino, inserito nella categoria maschile C2, sarà impegnato il prossimo 9 maggio su strada e il 10 maggio nella cronometro. Per Calcagni sarà una nuova occasione per arricchire la sua già prestigiosa bacheca.
Soprattutto, però, sarà una sfida contro sé stesso e contro i pregiudizi. E questo emerge dalle parole che Carlo Calcagni ci ha lasciato prima di partire per gli Stati Uniti:
Sono debole, ma non sono morto, e soprattutto non smetto di lottare. Non l’ho fatto a bordo degli elicotteri, in sella alla mia bicicletta, né quando mi è stata diagnosticata una gravissima patologia autoimmune, degenerativa, cronica e irreversibile a causa di una massiccia contaminazione da metalli pesanti. E continuo a lottare anche adesso, in procinto di partire per Orlando, in Florida, con la squadra italiana che parteciperà dall’8 al 12 maggio agli Invictus Games. Voglio essere d’esempio e spero che i miei successi convincano chi si è chiuso nella sofferenza ad uscire di casa, a riprendere a vivere con lo sport, perché se posso farlo io nelle mie condizioni, possono farlo tutti. Soprattutto voglio lanciare un messaggio: non bisogna avere paura di mostrare i ‘veri’ sentimenti e quello che veramente siamo. L’altro che potrà mai farti? Ti giudicherebbe oppure riderebbe di te? E tu lascialo fare; puoi essere ‘giudicato’, messo in ‘ridicolo’ o semplicemente considerato un folle! Ma sei stato te stesso.
Non finisce però qui, perché al rientro da Orlando, Carlo Calcagni si trasferirà in Belgio per partecipare alle prove di Coppa del Mondo. Si tratta di un appuntamento fondamentale per il 47enne salentino, perché può ottenere la qualificazione alle prossime Paralimpiadi di Rio de Janeiro, sfuggita lo scorso anno dopo la strana esclusione ai Mondiali di Notwill.
Articolo pubblicato originariamente su TagPress.it