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Il Consigliere regionale lancia l’allarme sul nuovo piano anti xylella: rischio speculazioni e danno permanente a patrimonio arboreo pugliese, esporrebbe ulivi a malattie.
Il Consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Cristian Casili, vicepresidente della Commissione Ambiente, torna ancora una volta a criticare aspramente il nuovo piano di contrasto al batterio della xylella fastidiosa e al complesso del disseccamento rapido dell’ulivo.
Si tratta di un piano criticato da più parti, soprattutto per non aver dimostrato alcuna discontinuità rispetto a quelli precedenti, se non per il fatto di aver eliminato la misura dell’abbattimento degli alberi di ulivo monumentali e di quelli sani che sorgono nel raggio di 100 metri dalla pianta malata, non tanto come precisa volontà politica, ma in virtù del sequestro degli ulivi disposto dalla magistratura leccese.
Dunque il piano non prevede l’abbattimento degli ulivi monumentali, impone potature drastiche, che prevedono il taglio di grossi rami che, secondo molti, tra cui Casili, altro non è sono che capitozzature. La capitozzatura è una pratica molto controversa, che secondo alcuni esperti renderebbe la pianta più vulnerabile all’attacco di parassiti e patogeni.
Scrive Casili in una nota:
“E’ così cominciata di nuovo la mattanza dell’ulivo in quelle che dovrebbero essere le aree di contenimento della cicalina. Il nuovo piano prevede il ricorso generalizzato a potature, che in realtà sono capitozzature. Una manovra non solo sbagliata ma addirittura dannosa dal momento che, quando un ulivo è potato drasticamente o meglio martoriato tende ad emettere costantemente nuovi ricacci dal piede fino alle branche mutilate; proprio questi ricacci teneri sono quelli più appetiti dal vettore, questo lo dicono gli stessi esperti degli osservatori fitosanitari che hanno scritto il piano degli interventi. Quindi ci chiediamo dove sia la coerenza?
Per giunta questo tipo di interventi verrà finanziato con una apposita misura del PSR. Così si configurerà il disastro: tra chi speculerà sulle risorse regionali e chi sulla vendita di tonnellate di legna. Altro che abbattimenti, il triste sospetto è che lo scenario che ci attende sia ben più preoccupante”.
Il Consigliere ravvisa quindi anche un rischio di speculazioni, sottolineando come le capitozzature non solo arrechino un danno permanente al patrimonio arboreo pugliese, ma esporrebbero gli ulivi ad altre malattie indebolendoli ulteriormente.
Nella zona della Castellana nel Gallipolino, area definita come focolaio iniziale, le capitozzature attuate da tempo avrebbero fatto molti danni e avrebbero anche aumentato i disseccamenti. Per approfondire si suggerisce la lettura dell’articolo Xylella, “Ulivi con disseccamento sono curabili”: lo dice uno studio del 2013.
Insiste Casili:
“È folle e stupido pensare di contenere il vettore, la sputacchina, spogliando solo temporaneamente l’ulivo mentre le campagne e le aree periurbane sono in stato di degrado ed abbandono, ridotte a discariche a cielo aperto che costituirebbero comunque un teatro di diffusione dell’insetto vettore con le erbacee alte più di un metro. Smettiamola di prenderci in giro e, soprattutto, di devastare l’olivocoltura salentina”.
Il consigliere pentastellato conclude con un monito agli olivicoltori:
“Agli olivicoltori dico di non capitozzare e di procedere a potature selettive e graduali man mano che si incontra legno degradato, così come si è sempre fatto e caso per caso. Per il resto sarà battaglia contro chi vuol perseverare a disintegrare il nostro patrimonio arboreo”.
Articolo pubblicato originariamente su TagPress.it