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Il Consigliere spende parole di elogio nei confronti del popolo degli ulivi, in particolare a favore dei 46 indagati per aver occupato i binari
Il Movimento 5 Stelle, per sua natura, non è solito solidarizzare con chi è indagato, ma ci sono circostanze in cui la regola richiede un’eccezione, evidentemente giustificata da un principio superiore, che può essere ravvisato nella necessità di adottare azioni, anche di disobbedienza civile, dirette a evitare un disastro di tipo ambientale, sanitario, economico, identitario, paesaggistico per un intero territorio.
Così Cristian Casili, Consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, appresa la notizia di 46 persone indagate per aver occupato i binari della stazione ferroviaria al fine opporsi al piano di devastazione del patrimonio arboreo salentino, ha manifestato la propria solidarietà al popolo degli ulivi.
“L’interruzione dei collegamenti ferroviari determinata da manifestazioni di protesta provoca disagi; l’eradicazione gratuita di ulivi interessati dal complesso del disseccamento rapido causa disastri”, dichiara Casili.
“Sta tutta qui la differenza – aggiunge – degli esiti di due azioni nella sostanza legate: perché nessuno alzerebbe la voce – in forme sempre diverse per arrivare con più incisività all’obiettivo, e tentare di destare politica e pubblica opinione – se decisioni scellerate per il nostro patrimonio arboreo, economico, paesaggistico e culturale non contribuissero a impoverire le nostre terre”.
“Per questo – incalza Casili – esprimo solidarietà ai cittadini che il 10 novembre scorso occuparono i binari della stazione di San Pietro Vernotico, destinatari in queste ore di una serie di avvisi di conclusione delle indagini”.
Non solo. Il Consigliere loda ed elegge l’attività di queste persone ad alta politica, esaltandone il senso civico.
“Quella messa in campo da centinaia di uomini del “popolo degli ulivi” – afferma – è “politica” nella sua accezione unica e più alta: è azione a tutela del bene comune, qualifica che Regione e attori coinvolti nei piani cosiddetti “anti xylella” sembrano – in virtù della natura delle nuove scelte assunte – continuare a non attribuire ai nostri ulivi”.
Articolo pubblicato originariamente su TagPress.it