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Il militare e paratleta salentino ha dovuto rinunciare alla quarta medaglia d’oro per un reclamo presentato da un’altra nazionale. Carlo Calcagni non ci ha però dato molto peso
E meno male che le scorse settimane qualcuno lo aveva dato per morto. Invece Carlo Calcagni è più vivo e combattivo che mai, e lo ha dimostrato agli Invictus Games in svolgimento fino a domani a Orlando, negli Stati Uniti. Il 47enne colonnello e paratleta salentino aveva d’altronde promesso che sarebbe stato protagonista nell’edizione 2016 della speciale manifestazione sportiva dedicata ai militari con disabilità permanenti per cause di servizio.
Come abbiamo raccontato ieri, Carlo Calcagni ha portato a casa ben tre medaglie d’oro. Il paratleta della nazionale italiana, rappresentata dal Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa (GSPD) ha trionfato sia nella prova a cronometro individuale che in quella in linea di ciclismo e ha completato la sua giornata trionfale con la gara di canottaggio indoor endurance. Eppure il bottino dell’esponente dell’Esercito Italiano avrebbe potuto essere ancora più ricco.
Dopo aver conquistato i primi tre ori, infatti, Calcagni si era anche imposto, in modo netto, nella prova di canottaggio indoor sprint, ma ha dovuto rinunciare al suo quarto oro giornaliero per un reclamo presentato da un’altra nazionale partecipante a questi giochi. E lo stesso Calcagni a spiegare il motivo della sua esclusione:
Dopo aver vinto il quarto oro, dando un notevole distacco al secondo classificato, è stato presentato un protesto sulla mia partecipazione alla gara, perché a differenza degli altri concorrenti, non ho gli arti inferiori paralizzati. Sono stato però inserito in una categoria che include atleti costretti a vivere sulla sedia a rotelle e proprio per questo ho partecipato alla gara con le gambe completamente legate e immobilizzate. In questo modo è stato completamente annullato il mio vantaggio che, anzi, avrebbe potuto rappresentare un valore aggiunto ancora più importante se fossi stato inserito in una categoria riservata a chi non soffre di questo tipo di disabilità, anche perché le gambe rappresentano la parte più forte del mio corpo. È stata però la valutazione del mio quadro clinico, in particolar modo i problemi neurologici e la perdita di equilibrio, a farmi classificare in quella particolare categoria.
Carlo Calcagni l’ha però presa con filosofia, ma soprattutto con lo spirito sportivo insito negli Invictus Games:
Dopo la presentazione del reclamo nei miei confronti, abbiamo deciso di non controbattere e di evitare polemiche, soprattutto perché lo spirito degli Invictus Games non è sicuramente quello di fare ricorsi, ma di vivere questa esperienza in fratellanza. Considerando, quindi, l’azione intrapresa da un nostro rivale, ho deciso di lasciargli senza problemi la medaglia. D’altronde ne avevo già vinte tre.
Carlo Calcagni si appresta ora a tornare in Italia da protagonista assoluto, nella speranza che i risultati ottenuti a Orlando siano gli stessi che otterrà in Belgio per le prove di Coppa del Mondo, che assegnano la qualificazione alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro. E Carlo vuole esserci.
Articolo pubblicato originariamente su TagPress.it