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Consultando il Rapporto nazionale pesticidi nelle acque 2103-2014 (ISPRA), i dati nazionali di vendita dei prodotti fitosanitari presentati sono forniti dall’ISTAT e provengono dalle imprese di commercializzazione. I prodotti sono suddivisi in 4 categorie (fungicidi, insetticidi e acaricidi, erbicidi e vari).
“Nel 2014 sono stati immessi in commercio circa 130 mila tonnellate di prodotti fitosanitari, con un contenuto di principi attivi pari a circa 59 mila tonnellate. Il 62,1% del totale dei principi attivi contenuti nei prodotti fitosanitari è costituito dai fungicidi. Nell’ordine seguono i vari (14,8%), gli erbicidi (13,1%), gli insetticidi e acaricidi (9,4%) e i biologici (0,5%)”.
Per quanto riguarda le vendite di principi attivi di prodotti fitosanitari per unità di Superficie Agricola Utilizzata nel 2014, la Puglia (4,9 kg/Ha) si attesta al settimo posto in Italia.
Per quanto concerne l’uso dei prodotti fitosanitari in agricoltura, con gli ultimi dati disponibili, in attesa di aggiornamenti, da ARPA Puglia sulla Relazione dello Stato Ambientale, la Puglia resterebbe la quarta regione italiana per quintali di prodotto distribuito (155.555 nel 2010). In provincia di Lecce, nel 2011 si era registrato un clamoroso +15 per cento rispetto al 2009.
Per la stesso report di Arpa Puglia, negli stessi anni di riferimenti 2008-2009, nel Salento, i fungicidi corrispondevano ad un quantitativo pari a kg 1.131.314. Al secondo posto tra le categorie si attestarono gli erbicidi per la quantità pari a kg 573.465 poi gli insetticidi e gli acaricidi per kg 220.305 e altri considerati nella voce “vari” che si possono riferire a rodenticidi, esche, ecc, pari a kg 220.718.
Circa la vendita e l’uso dei prodotti fitosanitari, si potrebbero considerare e dettagliare anche quelli impiegati per uso extra agricolo, ad esempio, quelli in uso in ambito urbano per disinfestazioni anti-larvali ecc. Le recenti norme che regolano oggi l’utilizzo dei prodotti fitosanitari (PAN) dovrebbero supportare ed ottimizzare analisi e ricerche in questo senso per ogni territorio. Potrebbe essere possibile, quindi, quantificare e tracciare, comune per comune, vendite e loro utilizzo.
Il rapporto dell’ISPRA riporta che “Tra le sostanze che più vendute nel periodo 2009-2012, oltre ai composti organici, ci sono, con quantità in media superiori alle 1.000 tonnellate/anno: Glifosate, 1,3-dicloropropene, mancozeb, metam sodium, fosetil-alluminium, clorpirifos”.
“Dal 2001 al 2014 c’è stata una sensibile diminuzione delle quantità messe in commercio, i formulati sono passati da 147.771 a 129.977 tonnellate (-12%), i principi attivi hanno avuto un calo più marcato, passando da 76.343 a 59.422 tonnellate (-22,2%).
C’è stata pertanto una diminuzione complessiva del contenuto in principi attivi nei prodotti messi in commercio. Per quanto riguarda le classi di tossicità, nel 2014 i prodotti “molto tossici e tossici” rappresentano il 5,8% del totale, i “nocivi” il 24,3% e i “non classificabili” il restante 69,9 % .
Nel periodo 2001-2014 la quantità di prodotti molto tossici e tossici si è ridotta del 30,9% e quella dei non classificabili del 25,2%; viceversa, i prodotti nocivi sono raddoppiati. La diminuzione dei quantitativi di prodotti più pericolosi immessi sul mercato sembrerebbe evidenziare un loro più cauto impiego in agricoltura.
“Questo andamento è favorito dagli orientamenti della politica agricola comunitaria e nazionale e dagli incentivi economici concessi in ambito comunitario ai fini dell’adozione di tecniche agricole a basso impatto e della valorizzazione delle produzioni agricole e di qualità”.
Articolo pubblicato originariamente su TagPress