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TAP diffonde un documento del MISE che risponde alla richiesta di chiarimenti di Comune, Regione e AdB. Ma è precedente al 13 maggio, quindi non si pronuncia sulla decadenza dell’autorizzazione unica.
Si apre una fase nuova per il gasdotto TAP, che non è data dall’inizio dei lavori, ma da quello che si preannuncia essere un periodo di conflitti istituzionali e giudiziari. Il Comune di Melendugno questa mattina ha emanato un provvedimento con cui viene affermata la decadenza dell’autorizzazione del progetto ed ha, al contempo, invitato gli altri enti pubblici coinvolti a fare lo stesso e diffidato il MISE a concedere una proroga. Va detto che spetta al MISE la pronuncia dell decadenza.
L’ufficio stampa di TAP non si è ancora espresso in merito al presunto mancato rispetto del termine del 16 maggio, che determinerebbe la decadenza dell’autorizzazione unica. Tuttavia, nel primo pomeriggio, ha diffuso un documento della Direzione Generale per la Sicurezza dell’approvvigionamento e le infrastrutture energetiche del MISE, firmato dal Direttore Generale, ingegnere Gilberto Dialuce.
Questo documento, diffuso da TAP all’indomani della scadenza del termine di inizio lavori, potrebbe essere fuorviante, in quanto si tratta di una risposta alle richieste di chiarimenti avanzata da Comune, Regione, Autorità di bacino in ordine alla comunicazione di inizio lavori notificata da TAP il 13 aprile 2016.
Non risulta la data di questo documento, ma è comunque precedente al 13 maggio e non prende quindi posizione sulle operazioni svolte da TAP in questo fine settimana.
Con questo atto, in sostanza, il MISE afferma che il cronoprogramma stabilito dalla Commissione Tecnica di VIA non è vincolante e che TAP quindi avrebbe avuto la facoltà di iniziare i lavori senza attenersi ad un ordine preciso, purché avesse prima ottemperato alle prescrizioni:
“La sequenzialità dei termini temporali riportati nel parere della Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale VIA-VAS n. 1942 del 18 dicembre 2015 afferisce unicamente ad un modulo organizzativo che non si ritrova né nel decreto di VIA del 11 settembre 2014, né nell’autorizzazione MISE del 20 maggio 2015, unicamente finalizzato a razionalizzare e organizzare per gruppi la sequenza delle verifiche di ottemperanza delle prescrizioni impartite in ambito VIA.
Tale sequenzialità non contrasta con il termine generale di inizio lavori previsto nel Decreto ministeriale 20 maggio 2015 di autorizzazione dell’infrastruttura, il quale prevede che i lavori inizino entro il 16 maggio 2016 e terminino entro cinque anni dalla data di emanazione del decreto stesso. Ai fini dell’ottemperanza dei termini di inizio lavori la Società può pertanto iniziare i lavori in qualsiasi area del progetto autorizzato e relativamente a qualsiasi porzione di opera e a qualunque tipo di lavoro, purché ottemperate le relative prescrizioni.
Le attività indicate dalla Società per l’inizio dei lavori sono relative al survey finalizzato a rilevare la eventuale presenza di ordigni bellici inesplosi e ai saggi archeologici per accertare l’eventuale presenza di livelli archeologici riferibili all’insediamento rurale di Fanfula, quest’ultima prevista dalle prescrizioni del DM VIA B.3 e B.6, che sono state ottemperate con esito favorevole da parte della Soprintendenza archeologica Puglia-Taranto”.
Le indagini archeologiche preventive e la bonifica degli ordigni bellici, costituiscono, le prime attività di avvio del cantiere, e nel quadro generale dell’autorizzazione unica costituiscono l’avvio dei lavori generalmente intesi, così come previsto dal DM 20 maggio 2015.
Pertanto il termine di inizio lavori non è condizionato in maniera esclusa alle verifiche di ottemperanza delle succitate prescrizioni in ambito VIA, organizzate in fasi, ma attiene alle più ampie condizioni previste nel decreto di Autorizzazione Unica, che comprende anche le precedenti.
Resta inteso che, dopo avere ottenuto, nel prosieguo, ulteriori verifiche di ottemperanza, la società potrà procedere alle fasi successive previste nel cronoprogramma, allegato alla succitata comunicazione, avendo cura di aggiornarlo periodicamente, così come prescritto dalla normativa in materia di cantieri.
Per quanto sopra enunciato, al fine di dei chiarimenti richiesti con le note indicate, si ritiene congruente la comunicazione di inizio lavori della società TAP con quanto previsto dal DM 20 maggio 2015″.
Già si è detto sull’orientamento della giurisprudenza amministrativa, che non considera sufficienti a determinare inizio lavori le operazioni di bonifica da ordigni bellici e della valutazione del rischio archeologico. Inoltre non risulterebbero ottemperate nemmeno le prescrizioni relative a queste due operazioni.
Ad ogni modo, sull’eventuale decadenza dell’autorizzazione unica non è stata ancora formalizzato alcun atto da parte del Ministero dello Sviluppo economico (MISE).
Il Comitato No TAP ha commentato così:
“In queste ore l’ufficio stampa di TAP sta diffondendo una nota dirigenziale del MISE che avvalorerebbe la tesi dell’inizio lavori. Questa nota è in risposta a una richiesta di chiarimento di del 3 maggio inviata dal Comune e dall’AdB sull’inizio lavori fissato per il 13 maggio.
Vi ricordiamo che i vigili urbani e i carabinieri hanno certificato il montaggio della rete e del cartello retrodatato domenica 15 alle ore 19.30.
Chiarito questo punto,come nella precedente nota di “decadenza”,le sentenze in tal merito sono ampie e a tutti livelli di giudizio. Vi ricordiamo anche che nella zona del presunto cantiere TAP non ha ottemperato a nessuna prescrizione”.
Articolo pubblicato originariamente su TagPress