Warning: Attempt to read property "post_excerpt" on null in /home/mhd-01/www.salentometropoli.it/htdocs/wp-content/themes/morenews/single.php on line 53
Considerato dal Federciclismo non idoneo all’attività sportiva per la sua cardiopatia; Calcagni non potrà partecipare alle gare in programma in Belgio che valgono le qualificazioni alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro. Ora il colonnello dell’Esercito aspetta la revoca per giocarsi le ultime chance a luglio in Spagna
Il ritorno da trionfatore dagli Invictus Games e la celebrazione a Guagnano delle sue tre medaglie d’oro. Obiettivo centrato per Carlo Calcagni, il cui vero obiettivo è però sempre stato un altro: far parte della spedizione italiana alle prossime Paralimpiadi di Rio de Janeiro. Un sogno che era sfuggito lo scorso anno dopo la sua strana esclusione ai mondiali di paraciclismo di Notwill. Un sogno, però, che è ancora una volta sfuggito al colonnello dell’Esercito Italiano, e anche in questa occasione non per propri demeriti.
Come lo stesso Carlo Calcagni ci ha raccontato, il suo programma prevedeva la partecipazione agli Invictus Games di Orlando seguita dal trasferimento in Belgio, per le prove di Coppa del Mondo che assegnano i pass per l’importante manifestazione sportiva brasiliana. E se a Notwill Calcagni non ha gareggiato, in Belgio non ci è nemmeno andato.
Secondo la Federciclismo l’atleta salentino non è idoneo all’attività sportiva per la cardiopatia di cui soffre da anni (una delle tante conseguenze della contaminazione da metalli pesanti di cui il suo organismo soffre dopo la missione del 1996 in Bosnia). Per contrastare questa patologia, infatti, Calcagni si cura il Diuresix, un farmaco diuretico salvavita, quindi necessario per la sua sopravvivenza, ma che la federazione considera sia dopante che non idoneo all’attività ciclistica. Lo stesso colonnello aveva chiesto l’esenzione preventiva al divieto di questo farmaco, che assume una volta al giorno nella quantità di 10mg, come prescritto dal medico che lo ha in cura, il quale, al contrario, non vede nessuna controindicazione per la pratica del ciclismo paralimpico.
Lo stesso ciclismo avrebbe addirittura alleviato la cardiopatia, come racconta lo stesso Calcagni:
Grazie allo sport il mio cuore è migliorato, passando dal 35% di funzionalità cardiaca all’attuale 46%. Per non parlare dei benefici psicologici: grazie alla bicicletta ho buttato via tanti psicofarmaci e antidepressivi.
Il ciclista salentino ha così deciso di affrettare i tempi per la revoca della sospensione rivolgendosi al CONI, ma nonostante la tempestività è sfumata la possibilità di partire per il Belgio:
Giovedì scorso mi sono sottoposto nuovamente ad un visita medico-sportiva-agonistica presso un centro di medicina dello sport riconosciuto dal CONI e sono stato considerato idoneo a pieni voti. Non ho però avuto il tempo per partire per il Belgio, dove già ieri mattina si è disputata la prova a cronometro. Adesso attendo la revoca della sospensione per poter riprendere qualsiasi tipo di attività sportiva agonistica.
L’ennesima doccia fredda per il 48enne salentino che, nonostante la delusione, non si demoralizza e auspica una veloce revoca della sospensione:
Resto fiducioso negli organi preposti, soprattutto nel settore paralimpico della Federciclismo, confidando in un rientro in tempi rapidi. D’altronde la federazione ha tutto l’interesse di portare in Brasile un atleta competitivo e vincente come finora ho sempre dimostrato di essere. E’ un orgoglio per me rappresentare l’Italia e le Forze Armate. Non servo più la patria come un tempo, ma sono grato all’Esercito per l’opportunità che mi ha dato per servire la nazione sotto una nuova divisa, quella dello sport. In questo modo resto ancora utile per dare lustro al mio Paese. Sarò comunque grato al Comitato Italiano Paralimpico, rappresentato dal Presidente Luca Pancalli, e al Ministro della Difesa Roberta Pinotti, che con il protocollo sottoscritto nel 2014 mi hanno consentito di entrare nel Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa e sperare nella partecipazione alla manifestazione di Rio de Janeiro.
Non bastassero le difficoltà quotidiane causate dal suo delicato quadro clinico, che lo costringono ogni giorno a sottoporsi a diciotto ore di ossigenoterapia, cinque ore di flebo e a curarsi con trecento compresse, Carlo Calcagni deve affrontare un nuovo e imprevisto ostacolo, che rischia di vanificare i suoi costanti sforzi e sacrifici. La delusione è tanta, così però come la fiducia; ha imparato a non arrendersi mai e quindi non smetterà di lottare per Rio. In attesa della revoca della sospensione, l’atleta salentino guarda quindi al prossimo luglio, quando in Spagna, precisamente a Bilbao, si disputeranno le ultime prove di Coppa del Mondo, l’ultima opportunità per qualificarsi alle Paralimpiadi 2016.
Articolo pubblicato originariamente su TagPress