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Per Caroppo e Palese non si deve bloccare il progetto della SS 275. Per Casili e Blasi occorre un nuovo progetto “pulito” e adeguato alle reali esigenze dei cittadini.
Il progetto della SS 275, “la vergogna delle vergogne”. A dirlo era Antonella Accroglianò, dirigente ANAS, soprannominata la “Dama nera”. Era sotto intercettazione quando pronunciava queste parole, quando all’indomani del crollo del cavalcavia di Scorciavacche in Sicilia annunciava che “la prossima bomba che arriva, è Santa Maria di Leuca”.
La “Dama nera” è considerata la “grande manovratrice” dell’Ufficio coordinamento tecnico di ANAS e manifestava una certa preoccupazione mentre discuteva dell’appalto per l’ammodernamento della SS 275 Maglie-Leuca.
Forse in questa vicenda troviamo tutto il peggio che ci si può aspettare: carenze progettuali, lentezza burocratica, illegittimità procedurali, sperpero di risorse pubbliche, ipotesi di devastazione del patrimonio arboreo, paesaggistico e archeologico, ipotesi di uso dell’opera per tombare rifiuti tossici. Da ultimo spuntano fuori anche polizze fidejussorie false.
Infatti, quando sembrava essersi chiusa la vicenda sul piano della giustizia amministrativa, con la cordata Materrese-Coedisal uscita vincitrice, un rapporto dell’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), ha rilevato che le due società avrebbero presentato due fidejussioni false.
È stata la Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Brescia a scoprirlo, nell’ambito di un’inchiesta più ampia. L’ANAC, informata dei fatti, ha aperto una propria istruttoria, ha eseguito delle ispezioni nella sede di ANAS, giungendo alle proprie conclusioni. La società Matarrese, attuale aggiudicataria dell’appalto per il raddoppio della SS 275, avrebbe presentano due polizze fidejussorie false, da 33,5 milioni di euro, emesse da due compagnie inglesi, Fgic Uk Limited e Assured Guaranty, che hanno cessato rilasciare polizze rispettivamente nel 2008 e nel 2010.
Secondo ANAC “il comportamento dell’aggiudicataria Ati Matarrese Srl è stato contrario ai principi di buona fede, non essendo stata prodotta la documentazione indispensabile per l’effettiva sottoscrizione del contratto ed anzi essendo essa astrattamente idonea ad ingannare l’amministrazione circa l’effettiva stipulazione della polizza assicurativa”. L’Anticorruzione non ha il potere di annullare l’aggiudicazione della gara, ma ha sollecitato le Autorità competenti a provvedere in tal senso, prendendo atto “dell’inaffidabilità dell’aggiudicataria in ragione della obiettiva gravità dei fatti contestati anche ai fini della eventuale revoca dell’aggiudicazione, in tal modo tutelando opportunamente ed adeguatamente l’interesse pubblico posto a base del procedimento di selezione del miglior contraente”.
La relazione di ANAC ripercorre l’intera vicenda della SS 275, ravvisando “plurime illegittimità” e responsabilità in capo diversi enti, pubblici e privati.
In particolare viene contestata la precedente aggiudicazione, in quanto ANAS avrebbe dovuto procedere per legge all’esclusione di Uniland (cui è subentrata CCC), per carenza dei requisiti per partecipare. Con l’intervento del Consiglio di Stato nel 2014, l’aggiudicazione è stata annullata, e ANAS ha dovuto adeguarsi, recedendo da un contratto già firmato. Nel frattempo ANAS – ammonisce ANAC – ha tenuto un “comportamento dilatorio”.
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Secondo l’Autorità anticorruzione, inoltre, sarebbero state commesse numerose illegittimità, dalla nomina della Commissione di gara alla valutazione del progetto. La Commissione avrebbe operata con “con scarsa trasparenza”. Il progetto definitivo, relativamente agli ultimi 6 chilometri del tracciato (dove la strada si riduce a 2 corsie a doppio senso di marcia), addirittura, non sarebbe stato valutato dal punto di vista tecnico e la stima dei costi sarebbe stata affidata ai concorrenti. Ci sarebbe anche stato un eccessivo ricorso ai ribassi d’asta, senza limite.
Tutto questo potrebbe, secondo ANAC, aver “alterato il regolare svolgimento della procedura di gara”. Ci sono criticità e una serie di “ulteriori elementi che potrebbero esprimere profili di carattere penale e di danno erariale”.
Dalla fase di progettazione preliminare a quella definitiva “i costi sono lievitati “di circa il 57 per cento” e si è proceduto a trattativa privata anche in assenza delle condizioni previste dalla legge, quando ANAS, senza gara, affidò la progettazione al consorzio Sisri, che poi girò a Prosal.
ANAC sottolinea anche le responsabilità della Regione in tutta la vicenda, rappresentata in questi anni da Giunte di colore politico diverso. In qualità di ente finanziatore e di tutore dell’interesse pubblico, avrebbe potuto revocare del finanziamento.
Le imprese coinvolte, Matarrese e Coedisal, assistite dall’avvocato Pietro Quinto, si dichiarano parte lesa e si dicono pronte a sottoscrivere le fidejussioni necessarie, ma alla luce di quanto emerso, sarà quantomeno imbarazzante decidere di salvare tutto. Non dimentichiamo, poi, che sull’intera viceda indagano anche le Procure di Lecce e Roma e incombe un procedimento della Corte dei Conti.
Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. Per il Deputato Rocco Palese, la 275 va sbloccata, sostenendo che “i contenziosi amministrativi che da anni impediscono l’avvio dei lavori di raddoppio e messa in sicurezza della SS 275 Maglie-Leuca probabilmente continueranno all’infinito ma ora anche il Consiglio di Stato ha detto all’Anas di affidare i lavori. Ai salentini e ai pugliesi non interessa minimamente chi li farà, ma ora è arrivato il momento di mettere un punto a questo scandalo: l’Anas si assuma le proprie responsabilità e affidi i lavori facendo aprire i cantieri di un’opera attesa da 20 anni, interamente finanziata da oltre 12 anni e per cui rischiamo di perdere quasi 300 milioni di euro”.
Dalle parole di Palese sembra quasi che lo scandalo sia rappresentato dai contenziosi e dai ritardi nell’apertura dei cantieri, quasi come fosse un mero conflitto tra le aziende interessate ad aggiudicarsi l’appalto. Mentre evita di prendere posizione sui punti oscuri che emergono dalle indagini delle magistrature e dell’Anticorruzione.
Palese, invoca l’intervento del Governo ed auspica una mediazione del Prefetto di Lecce sul modello della Regionale 8.
Il Consigliere regionale Andrea Caroppo, di Forza Italia, ritiene “intollerabile che non si riesca a realizzare una arteria fondamentale e imprescindibile per il Salento e per tutta la Puglia. Dalla Regione all’Anas all’Anac a tutti deve essere chiaro che il primo interesse pubblico da tutelare nella vicenda della Maglie-Leuca SS 275 è quello dei cittadini a raggiungere l’estremo lembo del Salento, fondamentale asset turistico, senza impiegare ore e soprattutto rischiare la vita”. “Non si sfrutti – aggiunge Caroppo – l’inaccettabile clima di incertezza dovuto a contenziosi e lungaggini burocratiche per far naufragare un’opera pubblica che attende la luce da troppi anni e la cui mancanza – insieme alla mancanza di un trasposto pubblico locale degno di questo nome – rende muoversi nel Salento un incubo pericoloso”.
“Da mesi e a più riprese, anche attraverso audizioni in Regione – afferma il consigliere regionale del M5S, Cristian Casili – denuncio i troppi aspetti non chiari o del tutto opachi che riguardano il raddoppio della Maglie-Leuca. L’ANAC mette sul banco degli imputati quel progetto colossale – incalza l’esponente pentastellato – rispetto al quale partiti e imprese “amiche” si sono guardate dal propiziare la soluzione più trasparente e utile per i salentini: un percorso in cui legalità, sicurezza e coinvolgimento dei cittadini siano le uniche bussole.
Ora chiediamo all’assessore Giannini – aggiunge – che si cancelli questa triste pagina di lesione degli interessi del territorio con il ritiro del progetto e il ripristino della soluzione delle 4 corsie fino a Montesano (e la messa in sicurezza del tratto restante che conduce a Leuca). Si destinino a miglior sorte, ovvero a un progetto condiviso con i cittadini, i 150 milioni di euro in ballo e si proceda con la massima urgenza – conclude Casili – alla messa in sicurezza spazzando via l’”inquinamento progettuale” delle tante discariche coperte e della strumentalizzazione delle vittime da parte degli interessi famelici alla base dell’opera faraonica fino ad oggi prospettata”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il Consigliere regionale del PD Sergio Blasi, il quale sottolinea le responsabilità della Regione che “in questi anni avrebbe dovuto essere a conoscenza delle forzature, in quanto cofinanziatore, e dal quale invece non sono arrivati né rilievi né perplessità. Anche su questi silenzi del passato è bene che Emiliano faccia chiarezza”.
“All’indomani – aggiunge Blasi – di questa ennesima pagina di gestione malata dei soldi dei cittadini, di questa cartolina di un Sud irriformabile, nel quale la realizzazione di una infrastruttura importante tende a svolgere più la funzione di mangiatoia che di servizio dell’interesse pubblico, torno a chiedere che quel progetto venga ritirato, annullato. E che si avvii con urgenza un nuovo progetto di strada a quattro corsie fino a Montesano, con una messa in sicurezza compatibile con il rispetto del Sud Salento fino a Leuca. Ma questa volta sia la sicurezza stradale il faro della progettazione, e non gli appetiti di una classe dirigente approssimativa”.
“In questi anni – prosegue l’ex Sindaco di Melpignano – si è scatenato strumentalmente un conflitto inesistente tra il cosiddetto ambientalismo del no e la politica del fare. Invece io dico che bisogna dire grazie a quei cittadini che hanno saputo organizzarsi e tenere alta l’attenzione su questo progetto. Se un domani, come è necessario, la viabilità statale dal Sud Salento verso il nord sarà riprogettata, questa volta in maniera trasparente, ritengo che è dal lavoro svolto da queste persone che si debba partire”.
Articolo pubblicato originariamente su TagPress