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Parlano di intimidazioni: “Non si può impedire a un giornalista di esercitare il diritto di cronaca e di critica”. Perrone: “Difesa impropria, non hanno letto la querela”.
Come noto, nei giorni scorsi la Giunta del Comune di Lecce, presieduta dal Sindaco Paolo Perrone, ha deciso di sporgere querela nei confronti del giornalista Danilo Lupo, per via di un commento tagliente pubblicato su facebook, con il quale attaccava la decisione della Giunta leccese di denunciare gli occupanti del CSOA Terra Rossa. Il giornalista di La 7, con un successivo post, si è difeso affermando di aver solo detto la verità e di aver semplicemente esercitato il suo diritto di critica. Di seguito i due post di Danilo Lupo:
La querela a carico di Lupo non ha fatto altro che alimentare il fuoco delle polemiche tra i simpatizzanti del Terra Rossa e la Giunta Perrone. Solidarietà è stata espressa da più parti a Danilo Lupo e sono anche intervenuti sulla questione anche l’Ordine dei giornalisti della Puglia e Assostampa, che hanno preso le difese del giornalista, rilasciando una nota congiunta, firmata dai rispettivi presidenti, Valentino Losito e Bepi Martellotta:
“Non si può impedire a un giornalista di esercitare il diritto di cronaca e di critica. La tentazione di intimidire gli operatori dell’informazione sta purtroppo diventando una prassi davanti alla quale Ordine e sindacato non staranno fermi, soprattutto se investiti di cariche pubbliche e istituzionali, mostrano amnesia nei confronti dei principi fondanti di una democrazia e sosterranno in tutte le sedi la difesa di questo diritto, come sta facendo in questi giorni la Federazione nazionale della Stampa che si costituirà parte civile nei processi che vedono i giornalisti minacciati”.
Alla presa di posizione dei rappresentanti della categoria dei giornalisti, ha replicato Paolo Perrone con post su facebook:
“Prendo atto che Assostampa e Ordine dei Giornalisti si schierano dalla parte di un giornalista senza aver letto la querela che lo riguarda e quindi il fatto oggetto della querela stessa. Soprattutto si schierano con lui, a dispetto del fatto che la querela concerne l’opinione di un cittadino espressa non nell’esercizio della professione.
Una difesa impropria, per puro spirito di categoria, direi meccanica, come meccanico è il rituale di spettri in questo caso completamente fuori luogo, come intimidazioni e bavagli e principi di democrazia come il diritto di cronaca. I principi di democrazia pertinenti a questa vicenda sono quelli che impediscono a una persona di calunniare liberamente, consentono a qualcun altro di potersi difendere e affidare il relativo giudizio ad un giudice terzo”.
Giova ricordare che il diritto di critica, di esprimere un’opinione, è un diritto fondamentale riconosciuti a tutti, non solo ai giornalisti e non solo limitatamente all’esercizio della professione.
Il comma 1 dell’articolo 21 della nostra Costituzione recita:
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.
Se le affermazioni di Lupo sono false sarà la magistratura a chiarirlo, ma a finire sotto processo, in democrazia, non possono essere le opinioni o le critiche.
Articolo pubblicato in origine su TagPress