Warning: Attempt to read property "post_excerpt" on null in /home/mhd-01/www.salentometropoli.it/htdocs/wp-content/themes/morenews/single.php on line 53
Bullismo ai danni di un minore disabile, incatenato ad un cancello ed urinato addosso: quattro nuovi indagati, tra cui un minorenne.
Un episodio di bullismo, avvenuto nel novembre del 2014 a Campi Salentina, dove un ragazzino con disabilità psichiche all’epoca 13enne, venne legato ad un cancello con un catenaccio ed umiliato da un gruppo di ragazzi, che per oltre un’ora seviziarono il malcapitato, arrivando anche ad urinargli addosso.
La triste vicenda venne scoperta grazie ad una compagna di classe del ragazzo, che venuta in possesso del video registrato dai bulli e fatto girare attraverso whatsapp tra i giovani, pose fine allo stato di omertà in cui fino a quel momento tanti suoi coetanei erano rimasti, e raccontò il tutto alla madre del 13enne, che si era da tempo chiuso in se stesso senza però trovare il coraggio di raccontare quanto accadutogli in famiglia, probabilmente anche a causa delle intimidazioni mossegli contro dai suoi aguzzini (clicca qui per leggere l’intera notizia).
La vicenda, a seguito della denuncia sporta dalla madre del ragazzo, portò all’arresto di Riccardo Cassone ed Edoardo Tauro, entrambi di Campi Salentina, e alla denuncia di un terzo ragazzo, minorenne all’epoca dei fatti. Gli inquirenti sono però riusciti attraverso le indagini ad appurare la presenza di altri giovani, che avrebbero preso parte agli atti di bullismo. In tre sono accusati di sequestro di persona, violenza privata e persecuzione di un minorenne affetto da handicap mentale, mentre la posizione del quarto, minorenne quando avvenne il brutto episodio, è stata stralciata.
I quattro, tra cui figurerebbe l’autore del video incriminato, dovranno apparire di fronte al gip, e rischiano grosso anche in virtù delle pene patteggiate per Cassone e Tauro (2 anni ed 8 mesi per entrambi). A dar manforte agli inquirenti sono state le riprese di alcune telecamere di sorveglianza installate sul sito dove si verificò l’episodio.
La vittima di bullismo e la madre, costituitisi parte civile all’interno del processo, hanno avanzato lo scorso maggio attraverso il loro legale una richiesta di risarcimento pari a 150 mila euro, per danni morali e patrimoniali.