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L’esposto alla Procura di Lecce
Lo scorso 6 aprile è stato presentato un esposto alla Procura di Lecce, con cui viene chiesto di accertare la presunta violazione di diverse norme. Il primo punto sottoposto all’attenzione della magistratura riguarda l’asserita assenza, nella zona, della cartellonistica di cantiere, obbligatoria per legge al fine di indicare i lavori in corso.
Secondo quanto riportato, inoltre, i lavori di realizzazione delle piattaforme in calcestruzzo per erigere torri, sarebbero iniziati prima della conclusione del processo davanti al Consiglio di Stato, mentre le autorizzazioni del Comune di Vernole per la movimentazione di mezzi pesanti e lo scavo su strade per posa di cavi, potrebbero essere state richieste ma non ancora rilasciate al momento del loro avvio.
Nell’esposto si legge anche che il progetto insisterebbe “in contrade, che sarebbero definite come aree degradate, mentre di fatto sono aree agricole con insediamenti abitativi e aziendali e con estesi uliveti”. “Appare necessario – prosegue l’esposto – che la distanza dalle torri, di edifici ad uso abitativo e produttivo presenti nella zona, sia verificata in relazione alla gittata delle stesse in caso di incidente, se corrispondente a quanto previsto dalla normativa vigente”.
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Altro aspetto degno di rilievo è la vicinanza del sito con l’area protetta delle Cesine, “zona umida soggetta a vincoli di protezione dell’avifauna (conferenza di Ramsar 1971) e da pregevoli zone di valore archeologico e paesaggistico, meritevoli di tutela nei confronti dell’impianto paesaggistico prodotto dalle gigantesche torri e dall’incidenza sui coni visuali, in base a quanto previsto dal PPTR pugliese”. Per questo viene auspicato “un sopralluogo da parte della Soprintendenza archeologica per valutare l’eventuale presenza di testimonianze archeologiche”.
Si chiede anche di verificare se i lavori in corso corrispondano a quelli autorizzati, perché viene paventato il sospetto che possano essere intervenute nel corso del tempo delle modifiche tecniche.
La questione più delicata sollevata in esposto è quella dell’espianto e della movimentazione degli ulivi.
Poiché l’intera provincia di Lecce è classificata come zona infetta da xylella fastidiosa, vige il generale divieto di espianto e movimentazione delle piante ospiti del batterio (come gli ulivi). Il problema dello spostamento degli ulivi per la realizzazione di opere, era sorto con TAP. Fu quindi modificato l’articolo 12 del decreto del MIPAAF del 19 giugno 2015, con l’aggiunta del comma 9, con il quale è stata introdotta una deroga. Secondo la disposizione:
“Il Servizio Fitosanitario Regionale può autorizzare lo spostamento temporaneo di piante specificate per la realizzazione di opere dichiarate di pubblica utilità, che hanno conseguito le previste autorizzazione e di cui è stata svolta la Valutazione di Impatto Ambientale, se sono soddisfatte le seguenti condizioni:
a) le piante sono spostate sotto controllo ufficiale in aree caratterizzate dalle stesse condizioni fitosanitarie (spostamento da zona infetta a zona infetta o da zona cuscinetto a zona cuscinetto), per il periodo di tempo necessario alla realizzazione delle opere;
b) le piante sono mantenute isolate dall’ambiente circostante mediante reti anti-insetto per evitare contaminazioni;
c) durante tutto il periodo è realizzato il controllo degli insetti vettori mediante i previsti trattamenti fitosanitari e l’eliminazione della vegetazione erbacea;
d) prima dell’espianto e prima del reimpianto nell’area originaria, tutte le piante sono sottoposte ad ispezione visiva ufficiale, campionamento ed analisi molecolare secondo metodi di analisi convalidati a livello internazionale e riscontrate sane;
e) prima dello spostamento e prima del reimpianto nell’area originaria, tutte le piante sono sottoposte a trattamenti fitosanitari contro i vettori dell’organismo specificato;
f) nelle zone di reimpianto è condotto un monitoraggio per almeno i successivi 8 mesi”.
Ma uno dei presupposti di questa deroga è che sia stata svolta la Valutazione di Impatto Ambientale, a cui il parco eolico, come ricordato, non è stato sottoposto. Questo aspetto e ulteriori elementi potrebbero aprire la strada ad altri possibili esposti.
Le indagini della Procura sono ancora in corso. Sul luogo dei cantieri sono stati inviati anche gli agenti del Corpo forestale. Al momento non ci sarebbero indagati, anche il fascicolo è ancora aperto.