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Bleve: “Reso accessibili le discese pericolose, toccava a voi“, Cretì ribatte: “La verità è un’altra“.
Acceso botta e risposta tra il capogruppo di Minoranza in Consiglio Comunale a Santa Cesarea Terme, ingegnere Daniele Cretì, e il sindaco del comune, dottor Pasquale Bleve, in merito alla messa in sicurezza del costone roccioso nella zona denominata “Piscina Carmen Longo“.
Giorni fa, Cretì ha presentato due interrogazioni al Sindaco, lamentando la rottura di una conduttura del depuratore in località “Malepasso” e sollevando una questione da lui etichettata come “scempio ambientale” perpetrato, a suo parere, con l’installazione di una impalcatura in ferro installata sulla zona costiera denominata “Piscina Carmen Longo“, come procedura di somma urgenza per un costo di 200mila euro, atta a contenere il rischio di crolli del costone roccioso e mantenere libero l’accesso. Una installazione che, come si evincerebbe dall’interrogazione presentata Cretì, sarebbe avvenuto senza aver preventivamente richiesto il parere della Soprintendenza dei Beni Ambientali.
Alla richiesta di chiarimenti, Bleve ha voluto replicare attraverso una dichiarazione rilasciateci alla redazione di Tagpress. “Per quanto riguarda la questione del depuratore, faccio presente che a seguito della segnalazione l’ufficio Tecnico si è tempestivamente comunicato il danno all’Acquedotto Pugliese, con la condotta che è stata riparata in tempi brevi; si trattava, in ogni caso, di perdita di acque già depurate.”
“In merito alla questione del costone roccioso – continua il Primo Cittadino di Santa Cesarea Terme – l’impalcatura installata, anche se di certo non bella da vedere, ha permesso di mettere in sicurezza momentaneamente quella parte di costone roccioso, rendendo fruibili, come confermato dai tecnici, gli accessi a mare interessati. Tale impalcatura sarà rimossa non appena inizieranno i lavori del consolidamento definitivo previsti in zona”.
Bleve passa poi al contrattacco, accusando l’ex Sindaco Cretì e la sua amministrazione: “Se la precedente Amministrazione avesse adottato lo stesso procedimento di emergenza per la zona “Fontanelle”, anche le discese a mare di quella zona risulterebbero ora accessibili.”
Una dichiarazione che non è andata giù all’attuale membro della minoranza ed ex Sindaco Daniele Cretì, che ha rispedito al mittente le accuse, spiegando che: “la zona “Fontanelle” è stata inibita alla balneazione con un’ordinanza del sindaco Bleve del 1 aprile 2014. E’ bene ricordare, qualora il sindaco Bleve se ne fosse dimenticato, che in campagna elettorale egli promise ai cittadini che avrebbe rimosso il masso il giorno dopo la sua elezione: cosa che non ha fatto, pur avendo ereditato 5 milioni di euro dall’amministrazione Cretì destinati anche a tale scopo”.
Parole dure, quelle che riservate da Cretì al suo avversario politico, invitato poi a “pensare un pochino di più a fare il suo lavoro di anestesista e rianimatore e lasciare a chi di competenza le questioni riguardanti lavori di messa in sicurezza e consolidamento delle coste, per le quali ha ampiamente dimostrato di capire ben poco. In zona “Fontanelle” era ed è impossibile intervenire con lavori di somma urgenza (che prevedono un importo massimo spendibile di 200.000 euro) ma, come confermato dal progetto esecutivo redatto dal comune e a cui il Sindaco Bleve non riesce ancora a dare attuazione, sono necessarie cifre ben più consistenti.”
Una polemica che, alle porte della stagione estiva 2016, ha visto per l’ennesima volta protagoniste le due opposte fazioni presenti in seno al Consiglio Comunale di Santa Cesarea Terme.Una polemica, l’ennesima, che si porta dietro gli strascichi di una battaglia politica nata da molto tempo ma destinata, a quanto sembra,a non dover finire mai.
Articolo pubblicato in origine su TagPress