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Casili: “Europa prima responsabile del disastro xylella. Eradicazioni porteranno desertificazione. Solo ricerca può salvare gli ulivi”. Battaglia (Peacelink): “Finché le Istituzioni e la Regione non saranno chiare sulla questione, non ci sarà pietà da parte dell’Europa”.
La sentenza emessa questa mattina dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che sancisce la legittimità delle estirpazioni degli ulivi sani che risiedono entro 100 metri dalla pianta infetta da xylella, ha provocato forti reazioni. La sentenza apre di nuovo la strada alla possibilità di fare tabula rasa nel territorio pugliese, del Salento in particolare, sebbene la parola definitiva spetti ancora al TAR Lazio. Ma anche se anche il TAR Lazio dovesse salvare la normativa, questa tuttavia potrebbe essere superata dall’evolversi delle vicende.
C’è anche da aggiungere che tra le righe della motivazione della sentenza, la Corte afferma anche che la scienza non è riuscita a dimostrare il nesso tra il disseccamento degli ulivi e l’infezione da xylella fastidiosa, sebbene il batterio abbia un ruolo nella malattia.
Appresa la notizia della sentenza, Antonia Battaglia, dell’associazione Peacelink di Taranto, ha commentato:
“Finché le Istituzioni e la Regione non saranno chiare sulla questione, non ci sarà pietà da parte dell’Europa. Abbiamo cercato di fare tutto il massimo possibile e immaginabile, ma avremmo dovuto esser spalleggiati da chi decide: le Autorità”.
Anche il Consigliere regionale del M5S Cristian Casili è intervenuto sulla vicenda. Ha dichiarato:
“L’Europa, che è prima responsabile del disastro Xylella non avendo adempiuto correttamente al controllo sullo scambio merci internazionale, oggi si appella al “principio di precauzione” per ricorrere nuovamente alle eradicazioni. Allo stato attuale le eradicazioni non risolveranno nulla e causeranno solo una desertificazione del territorio di cui Emiliano sarà chiamato a rispondere. L’unica strada è quella della ricerca e dello studio multidisciplinare.”
Casili che ritiene “emblematico” che sulla questione Xylella la Corte di Giustizia UE si sia incartata per l’ennesima volta su una misura che, come dicono i giudici “è proporzionata all’obiettivo di protezione fitosanitaria ed è giustificata dal principio di precauzione”, e aggiunge:
“Ci chiediamo come mai tale principio sia valido solo quando si deve distruggere ma rimane inascoltato quando i cittadini ricorrono ad esso per salvaguardare la propria salute e i territori. Torno a ripetere come fatto in tutti questi anni che, allo stato attuale, il batterio degli ulivi non è più controllabile attraverso l’eradicazione: il territorio interessato e le specie potenzialmente ospiti faranno fallire qualsiasi intervento. l’unica via d’uscita è la ricerca e lo studio multidisciplinare, altre strade maestre non ne vedo. I monitoraggi così come sono stati concepiti a questo punto serviranno solo a sprecare risorse pubbliche senza un efficace controllo delle infezioni che si riscontrano con difficoltà e scarsa precisione. O si cambia rotta o qualcuno poi dovrà spiegarci perché queste misure così drastiche non hanno funzionato causando una desertificazione apocalittica a cui le comunità locali non staranno di certo a guardare dalla finestra.Emiliano e la Regione Puglia – conclude il consigliere pentastellato – si giocano una partita che lascerà strascichi così pesanti di cui ancora si sottovalutano le conseguenze.”
Il Governatore Michele Emiliano ha convocato per martedì 14 giugno la “task force” per decidere le contromisure da prendere per fronteggiare il rischio abbattimento. E’ prevista in agenda anche una serie di incontri, con il Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, con i magistrati della Procura di Lecce, (che indaga sulla vicenda xylella, e grazie alla quale sono stati fermati gli abbattimenti degli ulivi), con l Commissario europeo per la salute Vytenis Andriukaitis, con il Commissario all’Agricoltura Phil Hogan e con il Commissario all’Ambiente Karmenu Vella.
Emiliano pensa inoltre a delle misure compensative e a degli indennizzi per gli agricoltori danneggiati e ad un progetto di rilancio dell’agricoltura e di tutela del patrimonio arboreo e paesaggistico della Puglia.
Articolo pubblicato in origine su TagPress