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Un uliveto non diserbato e non potato è in ottima salute. Un altro uliveto in buone condizioni, con potature drastiche e un cattivo presagio…
Ci spostiamo di poche centinaia di metri, in direzione Gallipoli. Facciamo tappa in un uliveto in cui gli alberi sono stati potati drasticamente. Il terreno appare sicuramente più carico di humus, mentre gli ulivi appaiono in buona salute, senza sintomi da disseccamento.
Ivano Gioffreda ci preannuncia che quell’uliveto verrà colpito da disseccamento, proprio a causa delle potature drastiche. Ci racconta che molti contadini si stiano lamentando del fatto che a seguito delle potature imposte dal nuovo piano regionale di contrasto a xyella/CoDiRO, alberi precedentemente asintomatici abbiano iniziato a mostrare sintomi da disseccamento.
Sul tipo di potatura da effettuare non ci sono identità di vedute e non c’è un protocollo da seguire. Se molti suggeriscono una potatura drastica, altri invece (tra cui Cristos Xiloyannis) suggeriscono un potatura leggera con la sola rimozione del secco. E’ di quest’ultimo avviso anche Gioffreda, il quale aggiunge che le potatura debba essere effettuata durante il periodo di riposo vegetativo, non in primavera. Andare a toccare gli alberi in questo momento li debiliterebbe e li esporrebbe maggiormente all’attacco di parassiti ed eventuali patogeni, secondo il contadino.
Gioffreda ci invita a tornare in questo uliveto in autunno e a prendere atto e documentare lo stato di salute di quegli ulivi.
Un centinaio di metri verso ovest entriamo in uliveto non diserbato e non potato. Gli alberi sembrano godere di ottima salute, mentre il terreno appare ricco di humus. Non si notano segni di disseccamento e si vedono già i frutti.
Tocchiamo con mano l’eterogeneità dello stato degli uliveti, che cambia di fondo in fondo e talvolta di albero in albero, pur rimanendo nell’epicentro della zona infetta.
Anche le cultivar “resistenti”, leccino e frantoio, seccano… [continua a leggere]