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Anche le cultivar “resistenti”, leccino e frantoio, seccano. Visitiamo inoltre l’uliveto del “santone” e un uliveto in stato di abbandono e in ottima salute.
Facciamo una breve tappa in un uliveto intensivo posto tra Alezio e Gallipoli, composto da quelle che sono considerate varietà resistenti: il leccino e il frantoio. In verità questi alberi non sembrano cavarsela meglio delle altre varietà, come la cellina di Nardò e la ogliarola, le due cultivar più diffuse nel Salento. Eppure è proprio su leccino e frantoio che insistono ricercatori di Bari e alcune associazioni di categoria, per salvare l’olivicoltura dalla xylella o dal CoDiRO.
Come si può vedere dalle immagini, anche queste varietà sono colpite dal disseccamento. Puntare su cultivar considerate più resistenti di altre (in verità questa tesi è assai controversa), evidentemente non rappresenta una soluzione. O almeno non sarebbe una soluzione contro il disseccamento.
Da questo uliveto proseguiamo verso le campagne di Sannicola. Per la strada si nota la drammaticità della situazione, con ulivi quasi completamente disseccati. Ma scopriamo anche qualcosa di incoraggiante, rappresentato da alcune “oasi” costituite da piante di olivo rigogliose che spezzano con quel paesaggio avvilente.
Arriviamo a Sannicola, sulla provinciale Nardò-Gallipoli. Visitiamo l’uliveto del “santone”, costituito da alberi di varietà cellina. Qui gli ulivi godono di ottima salute, hanno il tronco marrone fitto, segno di un recente trattamento con il solfato di ferro, mentre sono visibili i segni della trinciatura dell’erba.
Accanto al fondo di Gioffreda, sorge un uliveto ormai abbandonato a sé stesso da circa 30 anni, dove gli alberi non sono stati toccati e non sono stati applicati erbicidi e insetticidi. La natura da sola ha preservato l’integrità di questi ulivi, che sembrano godere di ottima salute.
A qualche centinaio di metri di distanza si nota un uliveto capitozzato. Gli alberi appaiono rigogliosi e in salute ed anche qui Gioffreda profetizza l’insorgenza di sintomi da disseccamento nei prossimi mesi, proprio a causa di queste potature drastiche.