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La sfida raccolta da un giovane: dare nuova vita ad un uliveto considerato morto
L’ultima tappa del nostro viaggio è a Gallipoli, vicino al confine con Alezio, dove un ragazzo del posto, Andrea, ha deciso di scommettere su chi è dato per sconfitto. Ha acquistato un terreno dove insistono degli alberi di ulivo ormai considerati morti, per tentare di salvarli e di avviare un’attività agricola, non solo olivicola. Gli alberi sono quasi ridotti a tronchi, a causa delle potature drastiche, e il livello di disseccamento è ad uno stadio molto avanzato.
Ma la sfida di Andrea non consiste solo nel tentativo di ridare una vita a questi alberi e trasformarli in qualcosa di produttivo. La sua, infatti, è anche una scelta controcorrente, rispetto a chi invece gli consigliava di edificare anziché darsi dall’agricoltura. Il mercato legato al turismo sta spingendo Gallipoli e i centri intorno ad un abbandono delle attività rurali a favore di attività ricettive o strutture turistiche di altro tipo. Ma Andrea ha fatto una scelta diversa.
Gli alberi, malgrado l’apparenza, non sono morti. Ivano ci fa vedere, bucando la corteccia, che la linfa passa, ci sono alcuni segni di ripresa vegetativa e di crescita dei polloni. Su alcune piante è più evidente, su altre è un po’ più “timida”, ma il tronco, all’interno, non è secco.
Sono diversi gli alberi che si trovano in questo stato nella tenuta di Andrea. Su alcuni rami si vedono i segni della zeuzera piryna (il rodilegno giallo) che, insieme ad una serie di funghi e alla xylella fastidiosa, costituisce il complesso del disseccamento rapido dell’olivo (CoDiRO).
Nelle campagne confinanti notiamo, invece, situazioni molto diverse; differenze che sicuramente non possono essere attribuite alla presenza o all’assenza della xylella o di un altro patogeno. Non sarà di certo un muretto a secco a impedire il contagio da un fondo all’altro. Per cui è chiaro sono molteplici i fattori di cui bisogna tener conto: azione di patogeni e parassiti, condizioni dell’albero, caratteristiche del terreno, condizioni ambientali, fattori climatici.
Ci rendiamo conto che anche all’interno dell’area maggiormente colpiti dal disseccamento, ci sono uliveti in ottima salute e altri in gravi condizioni. Molti degli ulivi dati per morti, in realtà sono ancora vivi e possono recuperare, malgrado il loro stato di salute sia grave. Sempre che ci sia la volontà di recuperarli e l’interesse a farlo.
Articolo pubblicato in origine su TagPress