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Risorse anche per ricerca su varietà “resistenti alla xylella”. Fitto e De Castro chiedono alla Commissione Europea stop al divieto di reimpianto.
Le aziende agricole che avessero subito danni da xylella fastidiosa potrebbero presto ottenere dei ristori. Ad annunciarlo è il Ministro per le Politiche Agricole e Forestali Maurizio Martina, in risposta ad un’interrogazione parlamentare di Nicola Ciracì (gruppo misto – Conservatori e Riformisti) e Rocco Palese (Forza Italia).
Il Governo stanzierà 11 milioni di euro complessivi per i risarcimenti. “Già con la legge di Stabilità 2014 – dichiara Martina – è stata autorizzata una spesa di 5 milioni di euro finalizzata al potenziamento del Servizio Fitosanitario Nazionale, per l’emergenza provocata dal batterio Xylella fastidiosa, di cui un importo superiore a 2,6 milioni di euro è stato destinato all’attuazione delle misure urgenti. Ulteriori risorse sono previste anche dal Programma regionale di sviluppo rurale cofinanziato con fondi comunitari, nel cui contesto sono inserite azioni specifiche volte a sostenere le imprese agricole interessate”.
Non è stato specificato quale se saranno risarciti i danni da complesso del disseccamento rapido, senza necessità di indagare se la causa sia da imputare all’azione del batterio, o se verranno effettuati degli esami per stabilire quantomeno se il batterio sia o meno presente sugli alberi colpiti. Inoltre i risarcimenti, stando alle dichiarazioni di Martina, dovrebbero essere riservati alle sole aziende agricole.
Il decreto destina le risorse alla Regione per il ristoro dei danni subiti è stato già firmato. Il Ministro ha aggiunto che altre risorse saranno destinate alla ricerca per evitare “il ripetersi di una simile piaga”. Non è stato specificato su cosa verterà la ricerca che verrà finanziata, ma è probabile che riguarderà i programmi di reimpianto olivicolo “nelle zone desertificate o in procinto di esserlo, utilizzando in tali programmi piante resistenti alla fitopatia o innesti terapeutici fitoresistenti alla Xylella”, così come richiesto da Ciracì nella stessa interrogazione, il quale considera questa come unica via d’uscita contro il disseccamento degli ulivi.
Ciracì ha anche chiesto al Ministro che si adoperi per eliminare divieto di reimpianto dell’olivo e delle altre specie ospiti della Xylella fastidiosa, come chiesto dagli europarlamentari Raffaele Fitto e Paolo De Castro, i quali il 5 luglio scorso hanno presentato un’interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione europea, chiedendo l’abrogazione del divieto per i coltivatori salentini di impiantare piante suscettibili di contagio da xylella fastidiosa nell’area demarcata come infetta, che comprende le province di Lecce e parte di quelle di Taranto e Brindisi.
Il divieto di impianto, previsto dall’articolo 5 della decisione di esecuzione 789/2015, secondo Fitto e De Castro si giustificherebbe “solo in presenza di focolai di cui è possibile l’eradicazione”, mentre invece nelle aree interessate “il patogeno è diffuso endemicamente su ampie superfici e su molti ospiti, quindi l’impianto di specie vegetali a rischio Xylella risulterebbe ininfluente”.
Anche per i due europarlamentari la soluzione starebbe nelle varietà di olivo “resistenti al batterio”, per “creare le condizioni per un rilancio dell’attività imprenditoriale degli olivicoltori”.
In molti scommettono che le varietà, dopo il leccino, che verranno “scoperte” come resistenti al batterio, saranno anche le più adatte alla coltura intensiva e superintensiva.
Articolo pubblicato originariamente su Tagpress