“Reo di strage chi brucia miliardi per la TAV al nord e lascia il sud a binario unico”. Un disastro con troppe responsabilità.
Il disastro ferroviario di Corato non può non scuotere le coscienze, almeno nei confronti di quelle persone che una coscienza ce l’hanno. Si parlerà di fatalità, di errore umano, magari per farsi una lavata di faccia. Il punto che è che i che in circa 1000 chilometri di ferrovia in Puglia, tra cui la Ferrotramviaria SpA e Ferrovie del Sud Est, i sistemi di sicurezza sono fermi al ‘900 ed essenzialmente la sicurezza pesa sulle spalle dell’uomo.
Ad essere preso di mira sono i governi che in decenni di storia, fino ancora ad oggi, fanno figli e figliastri, con un nord efficiente e ad alta velocità, dove per infrastrutture e trasporti cui si continua investire il 98% delle risorse statali e un sud con trasporti lenti, inefficienti, insicuri, a binario unico e con treni a gasolio, per il cui ammodernamento vengono erogate le briciole.
Ci va giù durissimo lo scrittore pugliese Pino Aprile, che invita alcuni rappresentanti, se cercano un colpevole, a cercare uno specchio. Le sue parole sono molto forti e appassionate, ma sicuramente interessanti. Noi ve le riproponiamo di seguito:
“Non è un incidente, è un crimine con molti colpevoli, lo scontro fra treni in Puglia. Quei poveri viaggiatori uccisi sul binario unico sono vittime dell’immondo
Pino Aprile
comitato di affari e tangenti che rovescia tonnellate di miliardi di euro su linee ad alta velocità inutili e sovradimensionate (fra Milano e Torino è stata progettata per merci e passeggeri, solo per far salire i costi, e per esser “economica” dovrebbero correrci almeno 400 treni al giorno; invece ne passano una quarantina e nemmeno uno merci); mentre al Sud si lasciano città senza treno, come Matera, altre ne vengono private, perché “non conviene”; e nel 2016 si sta ancora a binario unico su lunghi tratti, in regioni in pieno boom turistico, come la Puglia, la Calabria, la Sicilia, costringendo venti milioni di persone a collegamenti con velocità medie inferiori a quelle di un secolo fa, ma a prezzi, di fatto, più alti che nel resto del Paese e con vere e proprie truffe (frecciargento-fecciaschifo dismesse dal Nord, che percorrono gli stessi tratti dei regionali, ma a prezzi 7 volte maggiori e impiegandoci più tempo).
Siete (voi che questo avete costruito) assassini. Non possiamo portarvi dinanzi a un tribunale, perché avete fatto in modo da rendervi assolti; ma di fronte alla coscienza del mondo (esclusa la vostra, si capisce, della cui esistenza non abbiamo prove) siete condannati per omicidio plurimo, strage.
Signor Renzi Matteo, spieghi ai parenti di quei morti perché su 4560 milioni per le ferrovie ne ha destinati 4500 da Firenze in su e 60 da Firenze in giù (se sono arrivati sotto Firenze…);
Signor Delrio Graziano, informi chi sta piangendo per aver perso la ragione della sua vita che i suoi geologi stanno analizzando le rocce per capire se si può fare il treno fra Napoli e Bari. Poi, magari, spieghi ai suoi figli cos’è l’equità, il rispetto degli altri (valuti se è il caso di raccontare come ha fatto a non accorgersi che la sua Reggio Emilia, con lei sindaco, diventava “il bancomat della ‘ndrangheta”, mentre lei faceva visita ufficiale, per la festa del patrono, a Cutro, patria del boss Grande Arachi);
Signor Mauro Moretti, lei che, da capo di Trenitalia, pare cambiasse discorso quando si parlava di Sud (e se no, come ci diventava, da sindacalista, numero uno dell’azienda) vada dai sopravvissuti, a dire che ha fatto solo il suo dovere spendendo i soldi di tutto il Paese, solo in una parte del Paese; venda anche a loro la favola dell’azienda privata con i soldi nostri.
Non veniteci a parlare di errore umano; non veniteci a dire che i lavori per raddoppiare la linea erano in corso; non diteci che quelle sono le Ferrovie del nord Barese e voi siete altro… Lo sappiamo cosa siete. Non cercate i colpevoli, cercate uno specchio.
Fra lacrime di rabbia e di dolore, vi maledico; auguro ai vostri figli di non somigliarvi, per essere, come meritano, migliori. Voi che, come quanti vi hanno preceduto, avete spezzato un Paese in due aumentando i privilegi per alcuni e sottraendo diritti ad altri, siete colpevoli per esservi adeguati ai voleri di quelli cui dovete obbedienza e dei quali dovete garantire gli interessi; colpevoli come i nostri rappresentanti (si fa per dire: li scegliete e ce li imponete) che vi vendono la propria gente, per essere i primi degli ultimi; colpevoli come noi, per non essere stati capaci di tirarvi giù dai luridi seggi da cui vi illudete di contare qualcosa. Quando il mondo era civile, i responsabili di disastri come questo ne vivevano il tormento a vita.
Questi sono omicidi: l’iniquità è un’arma che colpisce a distanza, anche di tempo e il delitto non si rende manifesto. È vero che gli scontri possono avvenire anche dove il binario è doppio, ma è più facile che accadano dove è unico. Quindi, lasciandolo unico al Sud e doppio altrove, avete decretato chi deve morire prima.
Che è l’essenza del potere.
E della vostra colpa”.
Laureato in giurisprudenza, esperto di diritto pubblico e appassionato di scienze sociali. Scrivo, racconto, facendomi domande, senza cercare risposte facili. Più che giudicare mi interessa comprendere. Giornalista pubblicista iscritto all’OdG Puglia. Sono anche musicista.
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