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L’ex amministratore unico di FSE, Luigi Fiorillo, rischia di essere processato anche per false fatture e dichiarazione infedele con evasione dell’IRES.
L’ex amministratore unico di Ferrovie Sud Est, Luigi Fiorillo, rischia un nuovo rinvio a giudizio. Fiorillo è già a processo per la vicenda delle carrozze pagate a peso d’oro, con l’accusa di truffa, insieme ad altre sei persone, ed è tuttora indagato la vicenda degli sprechi e delle consulenze d’oro. La società, sotto la sua gestione, avrebbe accumulato un debito reale di circa 360 milioni di euro. Fiorillo è stato anche interessato da sequestri di conti correnti, polizze e denaro contante. Dello scandalo FSE si stanno occupando la Procoura di Bari, la Procura di Firenze e la Corte dei Conti.
La Procura di Bari ha ora chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di dichiarazione infedele ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Le verifiche dell’Agenzia delle Entrate incrociate con gli accertamenti della Guardia di Finanza avrebbero fatto emergere alterazioni delle scritture contabili per un totale di oltre 3 milioni 400 mila euro.
In particolare sarebbero stati dichiarati passivi fittizi per circa 3 milioni di euro, con un’evasione fiscale dell’IRES per 800 mila euro, e false fatture per un ammontare di 420 mila euro emesse dallo studio legale dell’avvocato Angelo Schiano, anche lui indagato. Le false fatture riguarderebbero consulenze relative ai lavori per l’interramento della linea ferroviaria di Novoli con soppressione del passaggio a livello.
Schiano è indagato con Fiorillo insieme ad altri due professionisti in un’altra indagine per peculato, abuso d’ufficio e truffa, nell’ambito dell’inchiesta sugli sprechi di FSE).
Sulla richiesta della Procura di Bari di processare Fiorillo per le presunte fatture false e per dichiarazione infedele, dovrà decidere il Gup del Tribunale di Bari Francesco Pellecchia, dopo l’udienza preliminare.
Articolo pubblicato originariamente su Tagpress