Warning: Attempt to read property "post_excerpt" on null in /home/mhd-01/www.salentometropoli.it/htdocs/wp-content/themes/morenews/single.php on line 53
Casili: “In Inghilterra avrebbero già chiuso la pratica su un progetto così mostruoso. Chiederò audizione in V Commissione”
Torna in auge il progetto del megaresort in contrada Sarparea – De Noha a Sant’Isidoro, nel territorio di Nardò. Si tratta di un progetto da circa 70 milioni di euro, già presentato nel 2010 dall’immobiliarista inglese Alison Deighton, moglie del Sottosegretario al Tesoro Lord Paul Deighton, nel governo britannico presieduto da David Cameron. La Deighton, peraltro, è socia d’affari del magnate del petrolio Jan Taylor. Per la sua realizzaizone è stato costituita la società “Oasi Sarparea S.R.L”, presieduta proprio dalla Deighton, con sede italiana ma con capitali esteri.
Il progetto è stato bocciato nel 2010 dalla Soprintendenza ai Beni Culturali e nel 2012 dalla Regione Puglia. I provvedimenti di diniego sono stati poi impugnati dalla società Oasi Sarparea davanti al TAR, il quale ha accolto le ragioni dei ricorrenti. La Regione, a sua volta, ha fatto ricorso contro la sentenza del TAR davanti al Consiglio di Stato.
Il progetto del megaresort
Il progetto iniziale prevedeva la costruzione in un uliveto databile al 1400, su un’area di 13 ettari circa, di 63 villette e 61 camere d’albergo capaci di ospitare complessivamente 500 persone, che verrebbero intrattenute con piscine, ristoranti, un centro benessere e congressi, campi da tennis, strade, parcheggi e altri impianti. I proponenti hanno sempre assicurato che l’uliveto non verrebbe toccato, ma secondo la Regione e secondo i comitati per la difesa del territorio che si sono opposti al progetto, verrebbe irrimediabilmente deturpato.
L’allora Assessore regionale all’ambiente Angela Barbanente sosteneva che si trattasse di “una lottizzazione incompatibile con la tutela del paesaggio”. “L’uliveto – aveva sottolineato – aveva un impianto quattrocentesco, è impossibile realizzare delle costruzioni senza danneggiare quel patrimonio”.
La società ha più volte attaccato la burocrazia italiana, minacciando di portare da un’altra parte quei 70 milioni di euro, che tanto fanno gola.
Il progetto è stato successivamente modificato ed adeguato sulla base delle prescrizioni della Soprintendenza ed è stato ripresentato alla Regione, che ha rilasciando il Parere di compatibilità paesaggistica con una serie di prescrizioni.
Il progetto attuale da circa 150 mila metri cubi di volumetria viene ridotto a circa 96 mila su su 30 ettari di terreno, con la realizzazione di un albergo e di 30 villette.
Ora spetta la Comune di Nardò l’esame del progetto finalizzato al rilascio dei permessi di sua competenza.
La critica del Movimento 5 Stelle
Il consigliere regionale M5S Cristian Casili, originario di Nardò, è critico verso il parere favorevole rilasciato dall’Assessore regionale al Territorio, Anna Maria Curcuruto, e annuncia la richiesta di un’audizione in V Commissione finalizzata a verificare di validità dei pareri VAS a suo tempo rilasciati, dal momento che il progetto in questione è stato, negli anni, oggetto di numerose modifiche.
“È stupefacente la condotta dell’assessore regionale al Territorio, Anna Maria Curcuruto – attacca Casili – secondo la quale la riduzione della sola cubatura del progetto del resort, che dovrebbe sorgere tra gli ulivi plurisecolari dell’oasi Sarparea a Nardò, equivarrebbe di fatto a un automatico disco verde all’opera colossale.”
Secondo il Consigliere, la Curcuruto avrebbe liquidato la faccenda affermando che si tratterebbe di “un progetto di maggior qualità”:“come se un affare da 96mila metri cubi – incalza Casili – destinato a occupare 19 ettari, e propiziato tra l’altro dall’indecente tentativo di eliminare nel 2010 ogni sorta di vincolo paesaggistico, non continuasse a essere fonte di devastazione di una porzione di territorio di pregio assoluto.”
Casili è fortemente critico sull’atteggiamento della Curcuruto, che quale giustifica la compatibilità paesaggistica del progetto adducendo minori volumetrie e una qualità complessiva del progetto grazie al corretto inserimento delle villette tra gli ulivi plurisecolari della Sarparea, “ulivi che – prosegue il consigliere salentino – a questo punto, resistono ancora non solo alla Xylella ma anche alla scellerata volontà di modificare irreversibilmente uno dei luoghi più storici e suggestivi di tutta la Regione.
Se l’allora assessore Barbanente tenne duro di fronte alle minacce mediatiche della Signora Alison Deighton – che ora in Regione trova interlocutori evidentemente più “morbidi” – di investire altrove i 70 milioni di euro, oggi il Governo Emiliano che in Consiglio finge di battersi contro il consumo di suolo e la salvaguardia dei beni paesaggistici, dimostra la sua vera natura.
Per fare urgentemente chiarezza – annuncia Casili – chiederò un’audizione in V Commissione. Qui occorre domandarsi e verificare se i pareri a suo tempo rilasciati dai vari organi competenti, tra cui in particolare la VAS (con atto 089/DIR/12/0013), siano oggi ancora validi, poiché il progetto originario, su cui i predetti pareri sono intervenuti, è stato oggetto di numerose modifiche ed adeguamenti. In altri termini, trattandosi di intervento edificatorio differente da quello inizialmente proposto, è doverosa una nuova valutazione dell’incidenza del piano con l’ambiente circostante. In Inghilterra, visto che la Signora Deighton lamenta la fastidiosa burocrazia italiana, terra di parchi e di una maniacale cura e tutela dei beni paesaggistici, avrebbero già chiuso la pratica su un progetto così mostruoso. E allora la Regione – conclude – faccia rapidamente un passo indietro e il Comune di Nardò giochi le carte istituzionali che ha a disposizione per scongiurare una simile sciagura.”
Articolo pubblicato originariamente su TagPress