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TAP replica a quanto affermato dal Comitato No TAP in conferenza stampa, dichiarando di aver presentato tutta la documentazione sulla prescrizione A.3.
La smentita di TAP non si è fatta attendere. Dopo quanto emerso nella conferenza stampa tenutasi ieri a Melendugno a cura del Comitato No TAP, nella quale si è sostenuto che la procedura di VIA è stata riaperta, la società del gasdotto ha diramato un comunicato in cui sostiene in sostanza che si tratta solo di normale dialogo istituzionale e che è tutto a posto.
Il Comitato, per bocca del Sindaco Marco Potì, del portavoce Gianluca Maggiore e del referente tecnico ingegner Alessandro Manuelli, hanno affermato con carte alla mano che TAP avrebbe fornito al Ministero i dati relativi a prospezioni effettuate in un punto di approdo diverso da quello previsto dall’attuale progetto.
L’approdo previsto è quello della spiaggia di San Basilio, mentre i dati forniti da TAP sarebbero relativi all’approdo previsto nel precedente progetto, ossia la scogliera di Punta Cassano, 480 metri più a nord (v. immagine).
Le caratteristiche dei fondali, del suolo e del sottosuolo tra i due punti presentano delle differenze molto marcate. Quindi, secondo quanto riportato dal Comitato No TAP, il Ministero avrebbe considerato “non pertinenti” i dati forniti, riaprendo lo scorso 11 maggio la procedura di VIA e invitando TAP a ripubblicare, quindi a presentare nuova documentazione tecnica pertinente entro il termine perentorio di 30 giorni.
Il Comitato TAP afferma inoltre che TAP non ha fonrito alcun documento in merito. Questa vicenda riguarda la prescrizione A.3, che impone a TAP la dimostrazione fattibilità microtunnel ed eventuali alternative.
“TAP lavora intensamente da mesi – scrive l’Uffio stampa della società – a stretto contatto con i ministeri, gli enti e le agenzie interessati per l’adempimento delle prescrizioni del Decreto di Compatibilità ambientale dell’11 settembre 2015. La complessità delle prescrizioni – fondamentale strumento a tutela dell’ambiente e in generale dell’interesse pubblico – implica un quasi quotidiano scambio di corrispondenza e documentazione tra le parti, una mole di materiale (comprese lettere di rettifica o correzione di errori materiali) nella quale è facile che i non addetti ai lavori possano perdersi e fare confusione”.
Secondo TAP si sarebbe trattato di un fraintendimento dovuto al fatto che i componenti del Comitato sarebbero dei profani della materia. “E’ quello che deve essere accaduto al sindaco di Melendugno – prosegue la nota – e ai componenti della Commissione consultiva comunale sul gasdotto che hanno dedotto erroneamente conseguenze clamorose dalla richiesta a TAP di integrazione documentale relativa alla prescrizione A3 avanzata lo scorso 11 maggio dal Ministero dell’Ambiente e dalla lettera del 9 giugno successivo con cui TAP ha prodotto la richiesta documentazione (al sindaco e ai suoi consulenti è forse sfuggita la lettera del Ministero del 13 maggio di errata corrige della precedente…).
Tuttavia a spiegare lo stato dell’arte della vicenda TAP, nella conferenza stampa del Comitato, non sembrava essere un “non addetto ai lavori”, ma un ingegnere, ossia Alessandro Manuelli. Anche lo stesso Sindaco Potì, peraltro, è ingegnere. All’incontro, inoltre, era presente un altro tecnico, vale a dire l’architetto Salvatore Petrachi, responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Melendugno. Avrebbero dovuto cadere in errore tutti e tre per fraintendere le richieste del Ministero.
TAP prova quindi a spiegare quello che è successo. “Ad oggi da parte del Ministero e della Commissione Tecnica Nazionale per le Valutazioni di Impatto ambientale – precisa la nota do TAP – non è giunta alcuna sconfessione della documentazione prodotta, nei termini, da TAP: appena tre giorni fa, il 2 agosto, nel corso di uno degli incontri di routine che si svolgono al ministero con gli enti coinvolti nelle Verifiche di ottemperanza e con TAP (i cosiddetti “Tap days”), si è tornato ad analizzare lo stato della documentazione prodotta anche sulla prescrizione A3, senza che nessuno abbia ravvisato nulla di lontanamente paragonabile a quanto sostenuto oggi in Municipio a Melendugno”.
Il Parere n. 1943 della Commissione Tecnica di VIA (CTVIA) precisa che:
“In relazione alla prescrizione A.3 si precisa che, ai fini dell’ottemperanza, dovrà essere presentato, oltre che i rapporti contenenti i risultati degli approfondimenti geologici-geotecnici ed idrogeologici richiesto, uno Studio di dettaglio tecnico-ambientale relativo del progetto del micro tunnel, comprensivo di tutte le valutazioni relative alla sezione di progetto inclusa tra l’area a terra per la realizzazione del pozzo di spinta e l’exit point a mare; inclusivo di uno studio di dettaglio dell’interferenza con l’idrogeologica dell’area, così come richiesta anche da altre prescrizioni del DM 223 dell’11/09/204 (decreto di compatibilità ambientale, ndr), corredato di tutti i dettagli relativi al progetto della cantierizzazione, comprensivo anche della viabilità di cantiere per la realizzazione del micro tunnel”.
Secondo quanto ribadito anche ieri dal Comitato No TAP, la società non avrebbe ottemperato integralmente ad alcuna prescrizione e non sarebbe stato presentato ancora un progetto esecutivo, necessario per l’avvio dei lavori.
Articolo pubblicato originariamente su TagPress