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Lacune tecniche su approdo e micro tunnel TAP. Regione ripropone approdo a Brindisi. Per la società è tutto regolare.
La Regione Puglia ha ricevuto comunicazione da parte del Ministero dell’Ambiente, circa la riapertura della procedura di Valutazione di impatto ambientale (VIA) del progetto di gasdotto TAP, con riguardo all’approdo e alla realizzazione del micro tunnel, sulla spiaggia di San Basilio, a San Foca.
Già lo scorso 11 maggio, sul sito web del Ministero era stata pubblicata la richiesta rivolta a TAP di integrare entro il termine di 30 giorni la documentazione tecnica, ritenuta dalla Commissione Tecnica di VIA insufficiente e “non pertinente”.
Infatti nel progetto presentato dalla società svizzera, gli studi geologici presentati riguarderebbero non l’attuale approdo (San Basilio), ma quello designato nel progetto precedente, vale a dire Punta Cassano, 480 metri più a nord.
Non è la distanza l’unica differenza tra le due ipotesi di approdo, ma anche le caratteristiche geologiche profondamente diverse, di suolo e sottosuolo, che renderebbero inutilizzabili, in quanto “non pertinenti”, i dati prodotti da TAP.
Lo stato dell’arte complessivo riguardante il gasdotto TAP è stato illustrato nell’ambito di una conferenza stampa tenutasi a Melendugno il 5 agosto scorso dal Comitato No TAP, cui è seguito un comunicato della società in cui si affermava che si trattava solo di “normale dialogo istituzionale” e nulla più.
Ora però i nodi vengono al pettine e la procedura di VIA è stata riaperta. Sul tavolo della Regione è arrivata la comunicazione del Ministero. In particolare sotto esame è finita una variante progettuale riguardante l’area del micro tunnel: si tratterebbe di un manufatto in cemento armato che dovrebbe essere realizzato sull’exit point in mare, che interferirebbe con le praterie di cymodocea, e del pozzo di spinta che dovrebbe essere costruito in un uliveto che secondo la denuncia del proprietario sarebbe stato colpito da xylella fastidiosa.
Le modifiche contenute nella variante progettuale sarebbero tali, secondo il Ministero, da richiedere una nuova valutazione di impatto ambientale relativamente a quella parte di progetto. TAP inizialmente non ha diramato alcun comunicato stampa, ma contattato da alcuni giornalisti ha affermato che si tratterebbe solo di un refuso sulla pubblicazione del documento. Successivamente ha inviato un comunicato di smentita.
Non la pensano così in Regione e Michele Emiliano ha colto l’occasione rilanciare la proposta di spostare l’approdo a Brindisi. Secondo il Governatore qui esisterebbe già il punto di allaccio, mentre suolo e sottosuolo sono calcarei e non argillosi, a differenza di San Foca; a Brindisi si eviterebbero quindi problematiche legate alla tenuta dell’opera.
L’ingegner Alessandro Manuelli, referente tecnico del Comitato No TAP, ha paventato il rischio che a causa delle cavità carsiche e della composizione del terreno a San Foca, il gasdotto rischierebbe di collassare per il suo stesso peso o, viceversa, ricevere delle spinte dal basso verso l’alto per via delle infiltrazioni dall’acqua marina.
Emiliano fa leva anche sui 47 chilometri di percorso a terra da San Foca a Brindisi che verrebbero evitati se l’approdo fosse spostato direttamente a Brindisi.
Nei prossimi giorni sarà convocato a Roma un incontro tecnico, a cui prenderanno parte rappresentanti della Regione e del Governo.
La riapertura della VIA da manforte alle tesi degli oppositori dell’opera (in particolare il Comune di Melendugno), seconda la quale i lavori non sono mai iniziati e pertanto l’autorizzazione unica, che stabiliva il 16 maggio come termine ultimo per l’inizio dei lavori, andrebbe dichiarata decaduta.
Intanto TAP informa che da ieri è ripreso il ciclo di monitoraggi ambientali lungo il percorso del gasdotto in agro di Melendugno, consistenti nella misurazione dei livelli di rumore, della qualità dell’aria e del livello delle acque di falda in accordo al Piano di Monitoraggio Ambientale presentato alle autorità competenti; verranno inoltre realizzati monitoraggi paesaggistici con fotografie georeferenziate.
“Le operazioni – assicura TAP – non avranno alcun impatto sull’ambiente, sono anzi uno strumento di tutela che permette a TAP di avere regolarmente il polso delle condizioni ambientali del territorio su cui viene realizzato il progetto”.
Articolato pubblicato in origine su TagPress