Il raddoppio della tratta Maglie – Otranto della SS 16 è finalmente completato. Anzi no. Le code restano e le polemiche si riaccendono.
La strada statale Maglie – Otranto SS 16, a distanza di 5 anni dall’avvio dei cantieri, dopo innumerevoli dibattiti sull’impatto ambientale e paesaggistico, sull’utilità e sui vantaggi pratici di questa controversa opera, finalmente è stata completata. Anzi no. Manca l’ultimo tratto.
Ora si viaggia a 4 corsie, 2 per senso di marcia. L’ammodernamento è stato dettato dall’esigenza di rendere più scorrevole e sicura la circolazione, almeno nei periodi di punta, tra la metà di luglio e metà-fine agosto.
Tuttavia sembra che nulla sia cambiato dal punto di vista del decongestionamento del traffico. Le code si formavano quando si viaggiava a due corsie e tutt’ora si formano anche viaggiando a 4 corsie.
A quanto pare il problema sembra essere rappresentato dal collo d’imbuto che si crea all’uscita verso Otranto, quando la strada ritorna nuovamente a due corsie e si incontrano diversi incroci che conducono verso la città di Otranto e sulla litoranea.
A conti fatti è difficile dire quali vantaggi abbia portato il raddoppio della Maglie – Otranto, visto che probabilmente si risparmiano giusto una manciata di minuti su appena 16 chilometri di percorso. Anzi, attualmente nei giorni di punta si poteva arrivare ad impiegare oltre 1 ora e mezza per raggiungere Otranto partendo da Maglie.
Ed ora la polemica si riaccende su diversi fronti. Uno riguarda il consumo di suolo e la sottrazione di aree verdi per far posto all’asfalto, senza un vantaggio apparente. In secondo luogo viene contestato lo spreco inutile di risorse pubbliche.
Un terzo fronte di contestazione è legato alla ciclomobilità e al cicloturismo. Molti amanti della bicicletta, infatti, lamentano l’impossibilità di poter percorrere questa strada, molto battuta durante i tragitti su due ruote, almeno fino ad un po’ di tempo fa.
In realtà la fine dei lavori è stata annunciata, ma non è effettiva. Infatti manca l’ultimo tratto e Anas ha informato che sono in corso le procedure d’appalto relative ad un ulteriore progetto che prevederebbe anche compensazioni ambientali e la realizzazione di un itinerario ciclabile con strutture volte a favorire la cicolomobilità.
Quello degli ingorghi, soprattutto nel periodo estivo, è un problema generale che nel Salento sta crescendo a dismisura e sta diventando insostenibile. Non si può pensare di risolvere tutto semplicemente allargando le strade esistenti e costruendone di nuove, sia perché in alcuni punti sarebbe pressoché impossibile intervenire (e si creerebbero dei colli di imbuto), sia perché si incontrerebbero problematiche di tipo ambientale, archeologico e paesaggistico, oltre che di tipo economico.
Il congestionamento delle nostre strade è il risultato della mancanza di trasporti pubblici, che costringe turisti e residenti a prendere l’auto per potersi spostare. Fino a che la questione dei trasporti pubblici non assumerà nel dibattito politico la centralità che merita, non si arriverà mai ad una soluzione.
Articolo pubblicato in origine su TagPress

Laureato in giurisprudenza, esperto di diritto pubblico e appassionato di scienze sociali. Scrivo, racconto, facendomi domande, senza cercare risposte facili. Più che giudicare mi interessa comprendere. Giornalista pubblicista iscritto all’OdG Puglia. Sono anche musicista.