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Ministero dell’Agricoltura finanzia fondo per 32 mln di euro per favorire ammodernamento comparto olivicolo, con incentivi e campagne di comunicazione.
Con il Decreto del Ministro delle politiche Agricole Alimentari e Forestali, Maurizio Martina, del 22 luglio 2016 è stato approvato il regolamento di attuazione della legge numero 91 del 2 luglio 2015, legge di conversione con modifiche del decreto-legge 5 maggio 2015, n. 51, “recante disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi, di sostegno alle imprese agricole colpite da eventi di carattere eccezionale e di razionalizzazione delle strutture ministeriali”.
In particolare il decreto dello scorso luglio va ad attuare la parte della legge relativa all’erogazione di fondi a favore del settore olivicolo pari complessivamente a 32 milioni di euro, finalizzati all’attuazione di “un piano di rinascita e di ammodernamento della produzione”.
Il periodo di operatività del fondo è relativo al biennio 2016-2017. La “ratio legis” si fonda, come è facile immaginare, sui danni al comparto olivicolo conseguenti alla diffusione del CoDiRO, ufficialmente causato dal batterio della xylella fastidiosa (la questione in realtà è controversa). E’ prevista l’erogazione di 14 milioni all’anno per favorire l’incremento della produzione, la valorizzazione dell’olio e delle olive “Made in Italy” e la ricerca in campo agricolo, con particolare riguardo all’olivicoltura. Complessivamente nell’arco del biennio viene messa a disposizione la somma di 32 milioni.
Questo sistema di aiuti di Stato al settore olivicolo servirebbe, secondo i promotori, anche a tutelare il mercato italiano dall’agguerrita concorrenza dai competitori esteri. Una scelta che appare paradossale, se si considera che il nostro Paese ha votato a favore dell’eliminazione dei dazi europei sull’importazione di ulteriori 35 mila tonnellate di olio tunisino ed ha sostenuto il piano olivicolo pachistano con 20 milioni di euro su 37 milioni totali.
Gli incentivi diretti alle imprese si concretizzano soprattutto in misure per agevolare l’accesso al credito.
Quali interventi saranno finanziati?
Gli interventi che il Governo intende sostenere sono quelli volti all’incremento della produzione di olive e di olio extravergine di oliva nazionale, senza gravare sulle risorse naturali, soprattutto idriche, attraverso il rinnovamento degli impianti e l’introduzione di sistemi in grado di conciliare sostenibilità ambientale e produttività.
La produzione dovrebbe passare attraverso un programma di ricerca e sviluppo sulle diverse varietà olivicole e sulle recenti innovazioni che permetterebbero l’aumento “quantitativo e qualitativo” della produzione. Si apre un varco quindi per il passaggio dall’olivicoltura tradizionale a quella intensiva e superintensiva, favorita dall’impianto di varietà olivicole più adatte a questo tipo di agricoltura. Mal si presterebbero a questo tipo di produzione le classiche varietà salentine, come ogliarola e cellina di Nardò.
I fondi serviranno anche a favorire la riduzione dell’impatto ambientale relativi alla produzione, alla trasformazione e alla difesa da organismi nocivi.
Sono previsti inoltre la realizzazione di un sistema di produzione certificata e l’erogazione di incentivi per la creazione di reti di imprese.
Infine il Governo ha pensato ad una campagna di valorizzazione del “Made in Italy” attraverso campagne informative e educative (o, più che altro, di comunicazione) dirette ai consumatori.
Chi potrà beneficiare degli incentivi?
A beneficiare delle misure previste dal decreto potranno essere piccole e medie imprese che svolgono produzione agricola primaria, trasformazione e commercializzazione della filiera olivicola, ma anche organizzazioni associazioni di produttori del settore olivicolo, enti di ricerca, imprese di consulenza e ricerca, con esclusione delle imprese in difficoltà finanziarie o insolventi.
Articolo pubblicato in origine su TagPress