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Comitato No TAP e Sindaco Potì denunciano: “Grottesco: periti non verificano i dati, ma chiedono un sistema di monitoraggio e allarme!”
Come noto, la Procura di Lecce, alla quale si erano rivolti il Comune di Melendugno e il Comitato No TAP per chiedere l’accertamento di eventuali illeciti penali commessi nell’ambito dell’iter autorizzativo del progetto di gasdotto TAP e sul presunto avvio dei lavori alla sua realizzazione, ha chiesto l’archiviazione delle indagini.
In particolare, uno degli aspetti più rilevanti sottoposti all’attenzione della magistratura riguarda l’esenzione dell’opera all’applicazione della normativa Seveso, destinata ad opere a rischio incidenti rilevanti, che prevede una serie di misure di sicurezza specifiche per determinate infrastrutture. Per quanto riguarda il caso in esame, TAP sarebbe riuscita a ottenere l’esenzione da questa normativa per un soffio.
Il discrimine sarebbe rappresentato dalla quantità di gas presente nel PRT (terminale di ricezione). Al di sotto della soglia di 50 tonnellate di gas l’opera non sarebbe da asseggettare a Seveso. Il PRT di TAP, secondo i dati prodotti dalla stessa società, conterrebbe 48,6 tonnellate.
La Procura, sulla base della relazione tecnica dei 3 tecnici incaricati, ha chiesto al Gip l’archiviazione delle indagini. Il Comune di Melendugno, contrariato, ha annunciato che si sarebbe opposto. Ha quindi chiesto e ottenuto l’acquisizione della relazione dei consulenti della Procura e l’ha affidata allo studio della Commissione tecnica comunale sul progetto TAP.
“Siamo tutti allibiti, i calcoli li ha fatti TAP!”, si legge in un comunicato del Comitato No TAP. I consulenti tecnici si sarebbero semplicemente rimessi ai dati riportati da TAP, senza verificarli, scrivendo che TAP ha calcolato e riferito al Comando dei Vigili del fuoco che la quantità di gas contenuto è pasi a 48,6 tonnellate.
“Nessuno, nemmeno i periti della procura, nella perizia dei”supertecnici” – tuona il Comitato – neanche uno straccio di calcolo, tutto basato sulla documentazione di TAP”. A far restare maggiormente perplessi Comitato e Commissione tencica comunale sono le conclusioni degli stessi consulenti, secondo le quali il dato è prossimo alla soglia delle 50 tonnellate (pari al 97,2% della soglia), e si potrebbe giungere anche ad un superamento della soglia nel normale esercizio dell’attività. Per questo motivo i tecnici della Porcura hanno messo in guardia sulla necessità di predisporre una sistema di monitoraggio, allarme e comunicazione per queste eventualità.
Di seguito le conclusioni della relazione tecnica:
“Occorre qui evidenziare come la quantità massima di gas presente nel PRT (48,6 t) risulti molto prossima alla soglia di 50 t (corrisponde al 97,2% della soglia stessa).
Appare quindi di grande importanza che tale valore massimo risulti effettivamente garantito nella fase operativa dell’impianto, al fine di assicurare il permanere della esclusione dell’opera dal campo di applicabilità della normativa c.d. “Seveso” non solo dal punto di vista formale (come visto in precedenza) ma anche sostanziale in termini quantitativi.
Il monitoraggio che tale condizione permanga nel tempo risulta necessario, considerato anche che la quantità massima di gas che può essere presente nel PRT è ribadita come prescrizione n°1 del NOF ai fini antincendio espresso nella nota prot. 3920 del 19/03/2015 (§7E) del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Lecce che recita: “… il presente parere è riferito ad una capacità di trasporto di gas naturale pari a 10 bcmy con la conseguente quantità di gas naturale contenuto all’interno del terminale (hold up) pari a 48,6 t …”
Stante la contiguità del limite stabilito con la soglia massima, superata la quale si determinerebbe l’assoggettabilità all’art. 6 del D. Lgs. 334/99 5 , si ritiene che sarebbe opportuno, una volta definita la pressione del gas che può comportare il superamento della quantità di gas naturale contenuto all’interno nel terminale (hold up) pari a 48,6 t, sia prevista anche la presenza di un sistema di monitoraggio della pressione del gas con relativa registrazione dei valori misurati, con soglia di allarme e sua comunicazione alle Amministrazioni che possono essere interessate da un tale evento”.
Una conclusione che lascia basiti i tecnici che hanno lavorato nella Commissine comunale e gli appartenenti al Comitato No TAP, i quali in un comunicato osservano che “i periti mettono in guardia sul superamento della soglia che risulta molto facile e chiedono un sistema di monitoraggio e allarme!”
“Ma chi sarà il responsabile in caso d’incidente?”, si chiedono.
“Leggo di un allarme alle autorità competenti in caso di una determinata soglia, sono io una delle autorità competenti secondo la 334/99! Mi vogliono mettere un campanello dall’allarme nell’ufficio in comune? Si vuole scaricare la responsabilità senza applicare la norma? C’è qualcuno che vuole prendersi la responsabilità di bloccare quest’abominio?” E’ quanto dichiarato l’Ing.Marco Potì Sindaco di Melendugno.
“Avendo lavorato fianco a fianco con una commissione di tecnici che hanno studiato il progetto quando leggo cose del genere rimango avvilito. Andremo avanti e dimostreremo le nostre ragioni,ma mi chiedo se veramente un magistrato si può accollare la responsabilità di un futuro incidente tra 10,20…o 30 anni… …questioni di coscienza”, ha dichiarato Gianluca maggiore storico portavoce del Comitato No TAP.
Ora il Gip del Tribunale di Lecce sarà chiamato a decidere sull’archiviazione delle indagini, ma al di là dell’aspetto penalistico, resta aperta la questione sicurezza, perché sebbene sulla carta il progetto può non essere assoggettato alla normativa “Seveso”, il rischio del superamento della soglia è un’eventualità tutt’altro che remota.
Articolo pubblicato in origine su TagPress