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Un breve reportage che illustra l’annosa questione del “Ciolaro” di Santa Cesarea, la suggestiva caletta dimenticata che continua a crollare.
Santa Cesarea Terme, la città delle acque sulfuree e delle cale paradisiache, la località indicata un tempo come la perla del Salento; una perla che, con il passare degli anni, è andata via via disgregandosi. Nonostante il boom turistico registrato in Salento negli ultimi anni, la bella e potenzialmente pretenziosa Santa Cesarea Terme stenta ancora a decollare, turisticamente parlando.
A detta di alcuni esperti del settore turistico, e della maggior parte dei residenti e dei villeggianti della cittadina, una serie di elementi, ricolmi di polemiche, populismo, rabbia popolare e male gestione delle potenzialità che la località offre, impedisce alla splendida città di compiere il definitivo salto di qualità, spingendo la località sempre più in basso. L’emblema di tutto ciò potrebbe essere identificato nella questione del “Ciolaro”, caletta paradisiaca del posto da anni dimenticata e inaccessibile al pubblico a seguito di un crollo che interessò l’area all’incirca un decennio fa. Un lasso di tempo vistoso, non abbastanza però per permettere a chi di dovere di effettuare interventi atti a mettere in sicurezza la zona, che continua inesorabilmente a crollare.
Questo breve reportage ha l’intento di descrivere lo stato attuale in cui versa la cala e di narrare le dinamiche politico-amministrative che l’hanno coinvolta negli ultimi 30 anni. Negli anni ’80 la caletta, circondata da un costone roccioso di consistenza simile a quello presente nella zona della cala di Porto Miggiano (anche essa inaccessibile a causa di procedimento giudiziario e relative polemiche), ha subito il primo intervento di consolidamento, consistito in iniezioni di cemento nella roccia. Un intervento che, stando al parere di alcuni esperti, avrebbe però sortito l’effetto contrario a quello sperato, andando di fatto ad aggravare la situazione ed il rischio crolli della zona.
Una tesi, quella del precario stato di salute in cui versava il costone a seguito degli interventi di consolidamento, rivelatasi attendibile all’incirca dieci anni fa, quando un consistente crollo costrinse l’amministrazione comunale, guidata dal dottor Osvaldo Maiorano, a rendere inagibile la discesa a mare e parte del parcheggio situato in località “Cresti”, al di sopra della zona franata. La stessa Amministrazione Maiorano riuscì ad ottenere, come spiega l’attuale sindaco di Santa Cesarea, il dottor Pasquale Bleve, un finanziamento di circa 1 milione e 100mila euro, utile a realizzare un progetto di consolidamento dell’area, appaltato nel 2007.
Progetto che subì, però, un brusco stop nel 2008, quando alla guida del Comune vi era l’ingegner Daniele Cretì, capogruppo di minoranza nel Consiglio Comunale di Santa Cesarea Terme.
È lo stesso Cretì a spiegare che all’epoca “il nuovo RUP, Salvatore Bleve, fece emergere che mai era stato acquisito il parere paesaggistico favorevole della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Paesaggistici, nonostante il progetto fosse già stato appaltato. L’amministrazione comunale tenne diversi incontri con il Soprintendente per ottenere il parere favorevole sul progetto che, però, non fu rilasciato. La stessa Soprintendenza chiese che venissero fatte delle sostanziose modifiche al progetto già appaltato. L’amministrazione comunale stimò che il progetto, contenente le indicazioni della Soprintendenza, sarebbe costato il doppio.”
L’amministrazione cercò ed ottenne un nuovo finanziamento proveniente dal CIPE (comitato interministeriale per la programmazione economica) per un importo di 5 milioni di euro. Le intenzioni della stessa Amministrazione – come spiegato da Cretì – erano di stanziare tra 1 milione ed 1 milione e mezzo di euro, ottenuti grazie al nuovo finanziamento, alla zona “Ciolaro” e la restante parte alle zone balneari “Fontanelle” e “Porto Vergine”.
Veniamo ora ai giorni nostri. Nel 2013 si tengono le elezioni politiche e viene eletto nuovo sindaco di Santa Cesarea Terme Pasquale Bleve; il “Ciolaro”, nel frattempo, continua inesorabilmente a crollare e, all’annosa questione, vanno a sommarsi problemi sempre più gravi sulla tenuta del costone roccioso in località “Fontanelle”, “Archi” e “Porto Vergine”. La nuova amministrazione comunale decide quindi di stanziare l’intero finanziamento di 5 milioni del CIPE alle tre località, lasciando scoperta la zona del “Ciolaro”. “Una decisione totalmente errata – dichiara l’ex sindaco Daniele Cretì – per il fatto che i continui crolli rischierebbero di aggravare considerevolmente la situazione, facendo aumentare anche le spese da sostenere per il consolidamento.”
Dal canto suo, il sindaco Pasquale Bleve analizza la situazione affermando che “Tramite il nuovo RUP, l’architetta Francesca Pisanò, e in collaborazione con lo studio di ingegneria Maggio, l’amministrazione Bleve ha elaborato una variante al progetto, che è stata già protocollata e consegnata all’ufficio tecnico comunale, facendo iniziare l’iter per l’acquisizione dei pareri. Inoltre, lo scorso anno, la mia Amministrazione, resasi conto che il finanziamento iniziale di €1.100.000 sarebbe potuto non essere sufficiente ha chiesto e ottenuto, dalla Regione Puglia, l’assegnazione delle somme del ribasso di gara, consistenti in €250.000”.
“L’intera comunità di Santa Cesarea Terme – continua l’attuale primo cittadino – deve ringraziare l’onorevole Raffaele Fitto, il suo amore per il nostro comune e il suo impegno, che hanno permesso di ottenere il finanziamento di 5 milioni di euro provenienti dal CIPE che permetteranno di consolidare e mettere in sicurezza il costone roccioso dalla località “dello Scirocco – Porto Vergine” fino alla zona Fontanelle“.
Intanto gli anni passano, il “Ciolaro”, come visibile attraverso gli scatti contenuti nella fotogalley, continua a franare, con gli ultimi crolli registrati che hanno interessato una zona a pochi metri da via Fontanelle. Il tempo a disposizione per impedire che vengano danneggiate abitazioni e opere pubbliche o, nella peggiore delle ipotesi, che possa verificarsi una catastrofe, pare oggettivamente poco.
Pubblicato originariamente su TagPress.it