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Il senatore otrantino Dario Stefàno contesta al governo la scelta di chiudere la sezione di Barletta del centro nazionale di ricerca sull’enologia
Non sembra un periodo sereno quello che sta attraversando il settore vinicolo pugliese. Già nelle scorse settimane la Cantine Due Palme aveva lanciato l’allarme sul rischio di perdere anche il 50% della produzione delle uve salentine in seguito alle violente precipitazioni che, in quel periodo, avevano interessato soprattutto l’area compresa tra le province di Lecce e Brindisi.
In quell’occasione, il presidente della famosa azienda di Cellino San Marco espresse la necessità dell’intervento delle istituzioni, che adesso sono finite nel mirino di Dario Stefàno. Il senatore otrantino di Sel e capogruppo in Commissione Agricoltura, si è scagliato contro il governo centrale dopo aver ricevuto risposta all’interrogazione presentata lo scorso marzo per avere chiarimenti sulla chiusura della sezione operativa periferica di Barletta dell’istituto sperimentale per l’enologia.
Una risposta che di certo non ha assolutamente convinto Stefàno:
Ancora un volta, il governo afferma con forza di voler dare maggiore supporto al sistema vitivinicolo nazionale, potenziando la ricerca pubblica in campo agroalimentare, salvo poi permettere la chiusura dei centri sperimentali di ricerca periferici, come è avvenuto con quello pugliese di Barletta che ha cessato la sua attività ed è stato annesso all’unità di ricerca di Turi, a seguito della riorganizzazione del CRA (Centro di ricerca per l’enologia). Delle due, l’una: o siamo ancora dinanzi a sterili annunci oppure, per l’esecutivo, una regione iperproduttiva come la Puglia non rientra nell’ambito dei confini nazionali. Sarebbe interessante sapere se, per il governo, l’Italia finisce a Roma.
Secondo l’esponente di Sel, il percorso intrapreso dal governo in questo ambito non rende merito all’apporto fornito finora alla Puglia:
Dare maggiore supporto vuol dire incrementare risorse e strumenti per accompagnare il percorso di crescita del comparto vitivinicolo, a nord e al sud del paese. In Puglia non bisogna ridurre l’impegno a favore della ricerca pubblica ma incrementarlo. Non come segno di cortesia, ma in considerazione dei risultati quali-quantitativi registrati negli ultimi sette anni e le potenzialità ancora da esplorare.
Pubblicato originariamente su TagPress.it