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Il Comune tenta di acquistare le quote delle Terme possedute dalla Regione Puglia diventando, in tal caso, proprietario del 99% dell’azienda.
“I cittadini di Santa Cesarea Terme diventeranno, finalmente, proprietari dello straordinario bene che il loro territorio offre”. Questa, in sostanza, la frase del sindaco di Santa Cesarea Terme, Pasquale Bleve, che sintetizza il progetto ideato dal lui e dall’amministrazione comunale che prevede l’acquisto, da parte del Comune, del pacchetto azionario della società Terme attualmente di proprietà della Regione Puglia e corrispondente al 51% del totale delle azioni della società. Se il progetto andrà in porto, il Comune diventerà proprietario di circa il 99% delle quote dell’azienda.
L’idea, da anni discussa dalla classe politica e non solo del comune di Santa Cesarea Terme, e che è stata protagonista in diverse campagne elettorali a livello comunale, provinciale e regionale, è stata per la prima volta presentata in consiglio comunale, durante la seduta del 27 settembre 2016. In consiglio, convocato per autorizzare il sindaco a partecipare all’assemblea ordinaria dei soci delle Terme di Santa Cesarea in rappresentanza del socio Comune, il Primo Cittadino ha spiegato la situazione attuale della società e le vicende susseguitesi dal 2014.
Proprio in quell’anno, la legge di Stabilità elaborata dal Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti, ha obbligato gli enti locali a dismettere le quote in possesso che riguardassero società non strumentali.
Da quell’anno in poi, il consiglio comunale di Santa Cesarea Terme ha deliberato annualmente il mantenimento delle quote della società, poiché reputata di interesse strategico per il territorio. Questo ha permesso al comune di mantenere il possesso di poco meno del 49% delle quote, di cui da anni è proprietario.
Nel dicembre 2014 l’Amministrazione Regionale, capeggiata da Nichi Vendola, con una delibera approva la dismissione delle quote di proprietà della Regione Puglia e così, nel gennaio 2015, la Regione pubblica una manifestazione d’interesse per la vendita del proprio pacchetto azionario. Alla manifestazione d’interesse partecipa una cordata di imprenditori locali che, per l’acquisto del pacchetto, offre 16 milioni di euro.
Il 31 maggio 2015 cambia il Governo regionale e la guida dell’amministrazione regionale è affidata a Michele Emiliano. Con Emiliano – continua Bleve – il clima tra Regione Puglia e Comune di Santa Cesarea Terme diventa più disteso. Presidente della Regione e Sindaco convergono sul ritenere che la proprietà della società debba rimanere pubblica.
Il 16 ottobre 2015 la Regione Puglia pubblica una nota del Presidente in merito alla sitazione delle Terme di Santa Cesarea S.pA. “Finalmente – spiega Emiliano – abbiamo raggiunto un accordo che consentirà il rilancio di una delle eccellenze regionali in un territorio che è già famoso e meta di numerosi turisti. Dopo una lunga trattativa, l’annosa vertenza è infatti in via di risoluzione e già con l’assemblea dei soci del prossimo martedì 20 ottobre si scioglieranno i dubbi sull’assetto societario. E’ stato infatti superato – grazie anche al parere del prof. Ugo Patroni Griffi, incaricato da Comune e Regione – il tema della decadenza reciproca delle partecipazioni. Inoltre, ci si è accordati sulla separazione tra proprietà e gestione: la proprietà andrà a un nuovo soggetto giuridico che sarà definito tra le parti, mentre la gestione sarà affidata a un soggetto scelto tramite un bando internazionale per il quale – prosegue Emiliano – ci auguriamo la massima partecipazione di qualificate società del settore, in modo da valorizzare uno degli assets più affascinanti, famosi e potenzialmente redditizi del Salento.”
L’accordo prevedeva dunque il mantenimento della proprietà per entrambi gli enti, tramite la cessione delle quote ad un nuovo soggetto giuridico controllato dagli enti stessi, separando la proprietà dalla gestione, che sarebbe stata affidata a privati tramite un bando internazionale. Nell’assemblea dei soci del 20 ottobre 2015 i due enti, oltre ad approvare l’accordo, decidono di ridurre il Consiglio d’Amministrazione della società da 5 a 3 componenti. Al Comune spetta la scelta del Presidente (sarà nominato il dott. Rocco Bleve, n.d.r.) e alla Regione la nomina dei due consiglieri.
Tuttavia il progetto subisce uno stop ad opera della Corte dei Conti, che riprende la regione per non aver portato a termine la procedura intrapresa con la pubblicazione della manifestazione d’interesse del 2014. La Regione Puglia è così costretta a vendere il proprio pacchetto azionario.
A Metà luglio 2016, nuovo incontro tra Bleve ed Emiliano; i due si accordano sull’acquisto del pacchetto azionario da parte del Comune, che avrà la possibilità di remunerare la Regione in un lasso di tempo di circa 40 anni. Tuttavia, la Regione Puglia ha già avuto una richiesta di acquisto del pacchetto per un importo di circa 16 milioni di euro, cifra non a disposizione del Comune. Per cercare di ridurre l’importo, Regione e Comune decidono di far valutare la società. Secondo il sindaco, il valore nominale sarà di circa 4 milioni di euro.
Il piano sarebbe dovuto essere discusso durante l’assemblea dei soci del 28 settembre 2016, rinviata però a causa dell’assenza del rappresentante della Regione Puglia.
Intanto, la discussione politica comunale inizia ad infiammarsi. “E’ assurdo prendere una decisione di simile portata, senza prima discutere con i cittadini” afferma il consigliere di Minoranza in consiglio comunale Sergio De Notarpietro. “Sono necessarie delle garanzie da parte della Regione e la chiarezza in merito allo sforzo finanziario a cui il comune dovrà sottoporsi”, tuonano Daniele Cretì e Sergio Bono, del gruppo “Continuità e Sviluppo”.
Articolo pubblicato in origine su Tagpress