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Si parla di terme in piazza, tra interventi e discussioni varie si alza una voce comune: dove sono i cittadini di Santa Cesarea? E cosa vogliono?
Si è svolto nella serata di ieri in piazza a Cerfignano il dibattito pubblico organizzato dal meetup “Amici di Beppe Grillo di Santa Cesarea Terme”, alla presenza dei consiglieri regionali pentastellati Antonella Laricchia, Antonio Trevisi e Cristian Casili, del consigliere regionale della maggioranza Mario Pendinelli, del consigliere regionale di Forza Italia Andrea Caroppo, del sindaco di Santa Cesarea Terme Pasquale Bleve e del Presidente del CDA e direttore sanitario della società Terme Rocco Bleve.
A moderare l’incontro, a cui ha preso parte una ridotta fetta della cittadinanza locale, sono stati Franco Viva (attivista del meetup “Amici di Beppe Grillo di Santa Cesarea Terme”) e il portavoce del M5S del Comune di Cavallino Giampaolo Falco.
Proprio Falco ha introdotto gli ospiti presenti, auspicando che si possa fare maggior chiarezza sulla questione terme e che la cittadinanza possa avvicinarsi di più al dibattito per un tema che la riguarda così da vicino.
È il turno del Sindaco di Santa Cesarea Terme, Pasquale Bleve, che fa una breve cronistoria delle vicende politiche riguardanti la società, ribadendo l’intenzione dell’ente di rilevare le quote di maggioranza attualmente in mano alla Regione, chiamata a venderle. Il primo cittadino spiega che, vista la necessità della Regione di dismettere le quote, sopraggiunta dopo il parere della Corte dei Conti che obbligherebbe l’ente regionale a vendere la propria parte del pacchetto a causa della legge di stabilità, sia stata fatta in estate richiesta per una rivalutazione del valore del 51 per cento della società (inizialmente stimata in 18 milioni), richiesta a cui finora non sarebbe corrisposto un riscontro dalla Regione. Il Sindaco ribadisce che l’intenzione è quella di mantenere il bene pubblico, rappresentando la società terme gran parte della città Santa Cesarea Terme che, a suo parere, sarebbe molto pericoloso privatizzare. La precedente soluzione, frutto di un passato accordo con la Regione Puglia, era stata individuata nella divisione di proprietà (pubblica) e gestione (privata), attraverso bando internazionale.
Bleve fa poi presente che il Comune presenterà un piano di acquisto delle quote regionali senza che lo stesso gravi sulle tasche di cittadini, ma che è necessario capire prima quale sarà la cifra necessaria a seguito della rivalutazione del pacchetto in questione.
Tocca poi al presidente delle Terme Rocco Bleve, che riassume le difficoltà incontrate una volta intrapreso il di progetto di divisione tra proprietà e gestione tra pubblico e privato, rappresentate dall’intervento della Corte dei Conti, che ha portato il Sindaco a puntare all’acquisto delle quote; un presupposto che mette di fatto da parte il progetto intrapreso al momento della sua nomina come presidente. “La regione acquistò tali quote ad una cifra equivalente al giorno d’oggi a circa 600mila euro – spiega poi Bleve – sarebbe opportuno, se non ragionevole cederle a titolo gratuito, rivenderle al Comune ad una cifra non eccessiva”.
La parola passa al consigliere regionale del gruppo di maggioranza Mario Pendinelli, che parla della necessità di intraprendere un percorso collaborativo tra Comune e Regione. “La valutazione di un bene pubblico, seppur destinato ad essere trasferito ad un altro ente pubblico rischia di causare danno erariale”, spiega il consigliere, che conferma però la massima disponibilità da parte della Regione a trovare una soluzione comune, ipotizzando anche l’eventuale rilevamento del Comune del 2% delle quote della Regione che, sommate al 49% già di proprietà dell’ente, gli permetterebbe di divenire socio di maggioranza. Pendinelli parla poi della necessità di affidarsi a soggetti con capacità imprenditoriali e manageriali per la gestione del bene, e osserva anche che non è detto che il bene non possa essere considerato strumentale per la Regione (vista l’utilità sanitaria), e che ci sarà da discutere il Comune per raggiungere un obiettivo comune e che saranno fatti tutti gli sforzi possibili per trasferire il pacchetto di maggioranza al prezzo più conveniente possibile per il Comune di Santa Cesarea.
Il microfono è ora nelle mani del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Antonio Trevisi; la valutazione di 17-18 milioni che non può rispecchiare la realtà, secondo il consigliere, visto gli ultimi risultati disastrosi fatti registrare con i bilanci in perdita di oltre un milione di euro: “Se si pensa che siano state rilevate a circa 600mila euro, a seguito di risultati così dovrebbero essere rivalutate praticamente zero”, ironizza Trevisi, che auspica poi che la Regione possa permettere al Comune di rilevare le quote, anche dilazionando nel tempo il pagamento. Trevisi parla dei rischi della privatizzazione, e individua la soluzione in una rivalutazione congrua del bene per permettere l’acquisto al Comune, o nel cercare di far risultare strumentali le terme per la regione, che cedendo il solo 2 per cento al Comune permetterebbe di proseguire il progetto in precedenza determinato tra le parti.
Anche Andrea Caroppo, consigliere regionale di FI, si dice concorde sull’opzione della divisione tra proprietà pubblica e gestione privata del bene; il consigliere auspica che la regione possa dare risposte concrete alla questione, e spiega anche che a suo parere la decisione la decisione della Corte dei Conti sia interpretabile in maniera diversa, e conferma anche lui l’ipotesi che le Terme possano essere considerare bene strumentale. Mantenere la proprietà pubblica e dare la gestione a privati attraverso bando, la soluzione condivisa anche da Caroppo, che invita tutti alla collaborazione nell’interesse del territorio. [continua]