Trevisi e Casili (M5S) chiedono spiegazioni in Consiglio regionale su impianto raccolta differenziata costato 3 milioni, mai avviato, a Campi salentina.
Il Centro Materiali Raccolta Differenziata (CMRD) di Campi Salentina, ubicato in contrada Falchi, è costato 2.908.000 euro, finanziamenti concessi dal Commissario delegato all’emergenza ambientale. L’impianto è di proprietà del Comune e i lavori per la sua realizzazione sono stati avviati nel 1998 e terminati nel 2001.
La denuncia arriva dal Movimento 5 Stelle Puglia, che segnala come a distanza di 15 anni dalla sua realizzazione, l’impianto non sia mai entrato in esercizio e allo stato attuale risulterebbe abbandonato ed in cattivo stato di conservazione. I pentastellati ne deducono che le aziende dell’ATI aggiudicataria dell’appalto hanno provveduto a gestire la selezione della raccolta dei rifiuti negli impianti privati, anziché in un impianto pubblico.
“Si faccia chiarezza sui motivi per i quali l’impianto in oggetto non sia mai entrato in esercizio.” E’ questo il contenuto dell’interrogazione regionale depositata dai Consiglieri Antonio Trevisi e Cristian Casili all’Assessore all’Ambiente Domenico Santorsola.
“Quali sono gli orientamenti – prosegue Trevisi, capogruppo M5S al Consiglio Regionale – in merito alla riattivazione e rifunzionalizzazione dell’impianto pubblico di selezione dei materiali provenienti dalla raccolta differenziata (CMRD), ubicato nel Comune di Campi Salentina, anche attraverso la previsione di prescrizioni volte a garantire i flussi minimi necessari per la sostenibilità dell’impianto pubblico, come previsto dal PRGRU, e in generale quali siano le previsioni in merito agli altri CMRD presenti sul territorio regionale e non in esercizio nell’ambito della nuova programmazione impiantistica.”
“In seguito ad un sopralluogo svolto da una Commissione del Politecnico di Bari – prosegue il Consigliere salentino – è stato constatato che per rimettere in funzione l’impianto pubblico di Campi Salentina sarebbero sufficienti l’installazione di una pressa più potente e la revisione dell’impianto elettrico. Riteniamo che sia utile provvedere alla riattivazione dell’impianto in oggetto, anche attraverso l’individuazione di un concessionario per la gestione dei flussi, ed è importante conoscere quali siano stati gli esiti delle indagini condotte dal NOE avviate a marzo 2014 in merito alla mancata entrata in esercizio dell’impianto in oggetto.”
Articolo pubblicato in origine su Tagpress