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Per il Ministro “solo qualche problema autorizzativo”. Ma la Regione sottolinea che TAP è inadempiente, ha chiesto delle proroghe e non si sa dove e come sistemare gli ulivi.
Sullo spostamento degli ulivi Carlo Calenda, Ministro dello Sviluppo economico, non sembra voler tenere conto delle controdeduzioni della Regione. Eppure meriterebbero attenzione, perché da esse si evince in sostanza che TAP non ha fatto i compiti e che, anzi, ha anche chiesto delle proroghe.
Ma non sorprende che Calenda voglia bypassare la Regione. Fu lui lo scorso maggio a dire che “i veti locali possono essere un ostacolo allo sviluppo”, facendo come esempio proprio il gasdotto TAP, sostenendo “di qui la necessità di votare sì al referendum”.
Il Ministro ha dichiarato all’agenzia Reuters che in questi giorni inizierà lo spostamento dei primi 231 ulivi nelle campagne di Melendugno per consentire l’avvio dei lavori per l’infrastruttura del gas. L’occasione era la cerimonia inaugurale del debutto in Borsa di Italgas post spinoff da Snam.
“Stiamo iniziando in questi giorni, abbiamo fatto il punto – ha dichiarato – proprio venerdì scorso. I lavori stanno andando avanti con una grandissima fatica autorizzativa, ogni volta. Purtroppo adesso questa è la situazione. Speriamo che in un futuro prossimo sia più semplice…”.
Si nota come Calenda parli in prima persona, quasi fosse un rappresentante di TAP anziché del Governo. E questa sua confusione di ruoli è ancora più evidente nelle dichiarazioni successive. “Sul TAP temo qualunque cosa perché qualunque cosa si è verificata in passato. Problemi di ordine pubblico spero di no anche perché come sapete gli ulivi li spostiamo e li reimpiantiamo, di complessità sì, ma andiamo avanti”.
Ma i problemi per TAP non sono veti o capricci locali, né meramente autorizzativi. E lo evince chiaramente dalle spiegazioni offerte dalla Regione e dalla documentazione della stessa società del gasdotto.
Infatti, nella missiva del 4 novembre, il “Dipartimento mobilità, qualità urbana, Opere pubbliche, ecologia e paesaggio, Sezione autorizzazioni ambientali” della Regione Puglia, afferma che TAP ha chiesto al Ministero reiterate proroghe, di cui l’ultima per ulteriori 210 giorni, per consentirle di “effettuare ulteriori indagini marine di dettaglio che sono programmate a partire dal prossimo mese di maggio 2016 (…) allo scopo di verificare l’attuale presenza ed esatta posizione sia delle piante di Cymodocea nodosa nell’area dell’exit point del micro-tunnel sia degli affioramenti di biocostruzioni lungo il tracciato della condotta e del cavo a fibra ottica (FCO)”, nonché al fine di “completare le indagini a mare, allo stato ancora in corso, e per poter predisporre i documenti con i dati acquisiti durante tali attività” e di “predisporre una documentazione esaustiva e completa per rispondere alla prescrizione in oggetto”.
Quindi è TAP ad essere in ritardo per ragioni non imputabili all’ente controllore, che è la Regione. “Tale circostanza – si legge nella missiva – disvela con chiarezza lo stato di incertezza in cui versa a tutt’oggi il quadro descrittivo definitivo dell’intervento in riferimento all’esatta ubicazione dell’exit point del micro-tunnel e, dunque, alla lunghezza complessiva di quest’ultimo. Atteso che tale circostanza rende ancora non deterministico l’esatto dimensionamento del cantiere del micro-tunnel, chiaramente influenzato dal carico delle opere a mare destinate ad attraversare la costa a mezzo di spinte fornite da pozzi e castelli di tiro predisposti a terra, ne discende l’indeterminatezza del quadro complessivo dell’opera, con particolare riferimento agli stessi lotti su cui incide la prescrizione A.44”.
In particolare – e la cosa riguarda direttamente i lotti su cui sorgono gli ulivi da spostare – c’è incertezza sul luogo e sulle modalità di stoccaggio e conversazione degli alberi da spostare.
“Le aree proposte per lo stoccaggio temporaneo degli ulivi – si legge – non risultano presenti nel progetto definitivo approvato in VIA ed autorizzazione unica, apparendo strano che la collocazione temporanea debba avvenire ad 8 km di distanza dalle aree di cantiere”.
Questa circostanza è stata anche confermata dalla stessa società TAP, con la nota protocollo n. 635 del 26 gennaio 2016, dove è scritto “che l’area proposta per lo stoccaggio degli ulivi non risulta nel progetto approvato in VIA ed AU” (autorizzazione unica, ndr).
Non solo. Risulterebbe che TAP non ha mai richiesto all’UPA Lecce l’autorizzazione inerente all’attività di espianto e reimpianto degli ulivi. Inoltre, le analisi molecolari sugli ulivi, finalizzate a determinare eventuali infezioni da xylella fastidiosa, andrebbero ripetute, in quanto “è necessario verificare l’attuale stato fitosanitario della pianta: ad oggi difetta la comprensione delle dinamiche di gestione degli ulivi correlate all’ottemperanza della prescrizione in parola che solo l’evidenza oggettiva delle nuove analisi potrebbe restituire”.
Su queste controdeduzioni, oltre che sui rilievi già riportati in un articolo precedente, dovrà prendere posizione il Ministero dello Sviluppo Economico nel decidere se scavalcare la Regione e ritenere soddisfatta la prescrizione A 44, inerente proprio lo spostamento degli ulivi. Calenda ha anticipato la probabile decisione.
Articolo pubblicato originariamente su Tagpress